Se non lo hai vissuto, non lo sai e non puoi nemmeno immaginarlo. Sono molte le famiglie che, in strutture ospedaliere d’eccellenza, dotate di macchinari d’eccellenza ed equipe mediche d’eccellenza, si sentono dire che non sono in grado di fronteggiare la malattia del proprio figlio o parente perché non la conoscono. I protocolli ospedalieri, infatti, non sono sempre in grado di rispondere alle domande che sorgono in casi drammatici, come quelli di tumori cerebrali rari. E allora che si fa? Si aspetta, si spera, si fa letteralmente ciò che si può. Ma questa è una cosa che non si può accettare.
È da questo assunto che nasce il progetto ASTRO-NETS. “Astronauts for Neurosurgery Training Scheme”.
ASTRO-NETS: chi pilota il progetto
ASTRO-NETS è frutto di una collaborazione tra realtà differenti. L’anima del progetto è Fondazione Heal, che si occupa di finanziare la ricerca in campo neuro-oncologico pediatrico e delle patologie complesse dal 2016. La Fondazione collabora con alcuni istituti di cura e ricerca più importanti d’Italia, come l’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma e il Policlinico Universitario “A. Gemelli” e, da poco più di un anno, la sua attività di sostegno alla ricerca è uscita al di fuori dei confini del Lazio, approdando a Milano, dove ha stretto dei legami con l’Istituto Neurologico “C. Besta”, uno dei migliori centri neurologici al mondo. E proprio il “Carlo Besta” è la seconda realtà coinvolta nella realizzazione di questo progetto e, se Fondazione Heal si occupa di reperire i fondi per finanziarlo, l’Istituto mette a disposizione i propri spazi e i propri macchinari per procedere con i corsi di formazione, uno dei quali è il Simulatore neurochirurgico.
Terzo partner coinvolto è la piccola-media impresa italiana Deep Blue. Questa realtà si configura come la prima PMI italiana per progetti di ricerca europei nei programmi Horizon e ha formato i nuovi candidati astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea. Nel progetto ASTRO-NETS, ha il compito di portare l’esperienza in “Fattori Umani e Sicurezza” da settori a elevata complessità, fornendo in questo senso, una prospettiva unica sull’addestramento e sulla gestione del rischio.
Ma a chi si rivolge tutto questo? Possiamo definirlo il quarto “partner-in-crime”, la Scuola di Specializzazione in Neurochirurgia dell’Università degli Studi di Milano, da cui i giovani neurochirurghi, su base volontaria, prenderanno parte alle attività formative e di simulazione di ASTRO-NETS.
In foto: il neurochirurgo dell’Istituto Neurologico “C. Besta” di Milano, Alessandro Perin, con l’ex astronauta ESA Paolo Nespoli, nell’ambito della conferenza stampa per la presentazione del progetto ASTRO-NETS.
ASTRO-NETS: spazio e neurochirurgia a confronto
Ma astronauti e neurochirurghi hanno davvero delle cose in comune? La risposta è sì. Non è un’associazione su cui ci si sofferma spesso, eppure a pensarci bene, queste due professioni apparentemente distanti, si sovrappongono su diversi aspetti.
Primo tra tutti è il fattore “ambienti e situazioni ad alto rischio”. I neurochirurghi, come gli astronauti, si trovano ad operare in ambienti estremi, in cui la possibilità di commettere un errore è quasi accertata e le conseguenze di tali errori possono essere disastrose. Ecco allora che la concentrazione, la capacità di problem solving a situazioni difficili e impreviste, la fiducia nel team e nelle proprie competenze diventano la chiave per fronteggiare il rischio e il pericolo.
Il secondo aspetto che accomuna astronauti e neurochirurghi è un addestramento specializzato attraverso la realtà immersiva. Nel caso specifico degli astronauti, l’ESA ha sviluppato un sistema denominato CAVES Training[1]: questi ultimi sono tenuti a esplorare i sistemi sotterranei lavorando in squadra. Viaggiano nelle profondità sotterranee di ghiacciai, caverne, grotte, fondali marini, per eseguire esperimenti scientifici, mappare l’ambiente, nonché tracciare e documentare le loro attività. L’obiettivo di un addestramento simile è quello della cooperazione tra i membri del gruppo per portare a termine la missione. La costante attenzione alle norme, alle procedure e alle attrezzature di sicurezza è fondamentale, così come alle procedure mediche, alle tecniche di operazione, alla tempestività, sono aspetti propri anche dei neurochirurghi all’interno della sala operatoria.
Restando sempre in tema di addestramento e formazione, entrambe queste professioni si avvalgono di simulatori e tecnologie avanzate. La realtà aumentata è di grande supporto, in quanto riesce a ricreare scenari complessi (che si tratti di un pianeta o di un cervello umano) in cui astronauti e neurochirurghi possono muoversi, sperimentare, condurre diversi tentativi per captare la soluzione migliore al raggiungimento dell’obiettivo. Un altro aspetto cruciale è lo sviluppo (fondamentale) delle abilità non tecniche: leadership, teamwork e comunicazione sono strumenti imprescindibili, che si tratti di una missione spaziale o di un’operazione difficile.
ASTRO-NETS: l’obiettivo del progetto
ASTRO-NETS è il primo progetto italiano basato su una formazione di questo tipo, in cui la tecnologia svolge un ruolo primario nell’addestramento da una parte, e nella ricerca dall’altra. Sono molteplici gli obiettivi che si sperano di raggiungere[2]:
- una mappatura delle competenze, tecniche e non tecniche, richieste in neurochirurgia, stabilendo criteri oggettivi per la valutazione
- lo sviluppo di un percorso di formazione innovativo, basato sulle best practice proprie del settore aerospaziale
- lo svolgimento di attività formative sempre più concrete grazie all’ausilio della tecnologia 3D e della realtà aumentata, come il Simulatore neurochirurgico (ad oggi presente presso l’Istituto Neurologico “C. Besta” e messo a disposizione per gli studenti che aderiranno ad ASTRO-NETS)
- lo sviluppo di training d’eccellenza riconosciuti, certificati e quindi riproponibili, che puntino alla capacità di comunicazione e lavoro di squadra
In sintesi, il progetto ASTRO-NETS sfrutta le somiglianze e le lezioni apprese dall’addestramento degli astronauti per migliorare e innovare la formazione dei neurochirurghi, con un focus particolare sullo sviluppo di competenze trasversali. Un secondo passo potrebbe essere la creazione di un hub unico per tutti i nuovi neurochirurghi in formazione, che raccoglie informazioni, dati ed esperienza su diversi casi studio, così da permettere un confronto costante e aumentare le possibilità di dare una risposta e una soluzione (la migliore) anche alle situazioni più drastiche.
[1] CAVES Training, sistema di addestramento utilizzato all’interno dell’ESA (European Space Agency). Approfondimento: https://www.esa.int/Science_Exploration/Human_and_Robotic_Exploration/CAVES_and_Pangaea/What_is_CAVES
[2] Obiettivi del progetto ASTRO-NETS, informazioni aggiuntive al seguente link: https://astro-nets.it/#obiettivi
Autore articolo
Sara Giovannoni
Redattrice
Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
Intanto keizoku wa chikara nari.
Se volete, andate a cercare il significato!