Anche voi siete di quelli che si rilassano con il rumore del phon? Avete mai provato a farlo? Mi è capitato di conoscere qualcuno con questa abitudine ai tempi dell’università e proprio qualche giorno fa la questione è stata riportata alla mia attenzione da un articolo della casa editrice britannica Penguin[1].
Pare, infatti, che non soltanto “comuni” lettori, ma anche diversi scrittori – nomi di fama internazionale come quello di Zadie Smith (Denti bianchi, Della bellezza, Swing Time) – stiano conclamando i benefici del rumore: maggiore concentrazione, maggiore produttività. Il rumore parrebbe garantire un miglioramento sia nell’attività di lettura che in quella di scrittura.
Rumore, sì, ma di quale colore?
In particolare, il segreto del leggere e dello scrivere di più sarebbe rappresentato dal cosiddetto “rumore verde”. Esiste, invero, una sorta di spettro del rumore, un intero arcobaleno del suono: (in ordine dal meno al più fastidioso) bianco, rosa, marrone, blu, grigio, viola. Diversi colori per diversi rumori, ognuno con una sua identità e con i suoi specifici effetti – buoni o cattivi – sul cervello dell’ascoltatore.
Il perché dell’associazione rumore-colore è piuttosto semplice: “gli spettri di frequenza dei rumori sono molto simili alle radiazioni elettromagnetiche assorbite dall’occhio umano per vedere i colori”[2]. Così, ad esempio, se il bianco è la somma di tutti i colori visibili al nostro occhio, allo stesso modo, dunque, il rumore bianco – come quello del phon – è la somma di tutte le frequenze udibili dal nostro orecchio.
Rumore verde
In chi pensate che riuscireste ad immedesimarvi più facilmente: nella collega di università, amante del suono dell’asciugacapelli, o in Nicholas, che su Reddit confessa di non aver mai letto così tanto come da quando ha casualmente scoperto l’effetto isolante del suono dell’acqua corrente[3]?
Certamente, esistono delle alternative, delle soluzioni migliori che non prevedono di consumare/sprecare energia né acqua. Una di queste potrebbe essere quella di ascoltare “rumore verde” da un video YouTube di un tale Dale Price.
Ingegnere del suono, per circa 9 anni, Price ha girato 3 continenti, registrando il rumore della pioggia, del vento, dei tuoni, tutti i suoni della Natura, poi ripuliti da quelli prodotti dagli animali – uccelli, rane e grilli – e soprattutto dall’uomo, per ottenere, come risultato finale, un mash-up di rumore naturale, verde, allo stato puro.
Un’alternativa “da città”, a portata di smartphone, per tutti coloro che non possono isolarsi nella Natura a leggere e scrivere in tranquillità…
I più nostalgici potrebbero persino osare recuperare l’intera serie di registrazioni di Irv Teibel, Environments!
Ad ognuno il proprio rumore
In fin dei conti, però, non esiste un rumore i cui effetti possano essere universalmente benefici. Non c’è una chiave del successo per l’aspirante scrittore, ma ce ne sono diverse da poter sperimentare.
Parola della ricercatrice Joanna Scalon, che in uno studio pubblicato sulla rivista Brain Research spiega, infatti, come ogni persona processi e reagisca diversamente ai suoni, suggerendo di cercare ciascuno il proprio meglio[4].
Qual è il vostro?
[1] Amelia Tait, “Could ‘green noise’ be your secret weapon to reading – and writing – more?”, Penguin, 21 maggio 2021. Consultabile al seguente indirizzo https://www.penguin.co.uk/articles/2021/may/white-noise-green-noise-concentration-writing-reading.html.
[2] Fabiana Latella, “I colori dei rumori”, Biopills, 23 agosto 2016. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.biopills.net/i-colori-dei-rumori/.
[3] Amelia Tait, “Could ‘green noise’ be your secret weapon to reading – and writing – more?”, cit.
[4] Ibidem.
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Autore articolo
Federica Fiorletta
Redattrice
Laureata in Lingue, Culture e Traduzione Letteraria. Anglista e francesista, balzo dai grandi classici ottocenteschi alle letterature ultracontemporanee. Il mio posto nel mondo è il mondo, viaggio – con il corpo e/o con la mente – e vivo per scrivere.