Perché? Perché? Perché? Quante domande ci poniamo su questo o quell’argomento? Uno dei nostri interlocutori preferiti a cui rivolgerci quando abbiamo un quesito è Google col suo motore di ricerca. In questi giorni mi sono divertita a digitare alcuni perché individuando quelli che, secondo l’azienda californiana, sarebbero i più ricercati in Italia. Ma siamo certi che questa regola valga per tutti? Vediamolo assieme.
Perché i cani leccano?
Ebbene sì, il primo dei dieci perché ricercati su Google riguarda i nostri amici a 4 zampe e del motivo per cui amano leccarci. Generalmente siamo portati a credere che questo rappresenti un gesto di affetto e amore nei confronti del proprio padrone. In parte è così ma può avere anche altri significati.
Quando il nostro cane ci lecca faccia, mani e piedi può voler chiedere cura ed attenzioni da parte nostra, con coccole ma soprattutto con del cibo. Diverso è se siamo sudati: attraverso la lingua il cane riesce a convogliare segnali chimici verso l’organo vomero-nasale deputato a decodificare i ferormoni. In questo modo fido riesce a capire quale sia il nostro stato d’animo.
Ti trovi dal veterinario ed il tuo cane non riesce a smettere di leccarlo? Vuol dire che ha paura e sta chiedendo all’umano di non fargli del male.
Perché la variante Delta si chiama così?
Con lo scoppio della pandemia da Coronavirus vi è stato il progredire anche delle cosiddette varianti, alcune delle quali più virulente e contagiose di altre e temute dagli scienziati di tutto il mondo. Inizialmente i nomi assegnati sono stati quelli del Paese dal quale hanno avuto origine ma ciò causava un atteggiamento discriminatorio nei confronti delle persone provenienti da quel luogo. Un esempio è il trattamento riservato ai cittadini cinesi, o presunti tali, in Occidente agli inizi della pandemia.
Per evitare ciò, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dal giugno scorso ha deciso che per indicare le varianti sarà utilizzato l’alfabeto greco. Così la variante inglese o di Kent (sigla scientifica B.1.1.7) è diventata la variante Alpha; la sudafricana (B.1.351) è la Beta; la brasiliana (P.1) è la Gamma; l’indiana (B.1.617.2) è quella Delta.
Perché l’acqua della piscina diventa verde?
Vedere dell’acqua torbida e verde nella propria piscina non per forza vuol dire di prestare poca attenzione all’igiene: si tratta, infatti, di un fenomeno molto frequente. I motivi possono essere diversi: un malfunzionamento dell’impianto di filtrazione, trattamento chimico non sufficiente, pH non in linea.
Nei periodi più caldi dell’anno è bene utilizzare l’impianto di filtrazione almeno 12 ore al giorno e deve essere proporzionale alle dimensioni della piscina stessa. Il problema può essere causato anche dall’uso di prodotti chimici scadenti o da una pulizia effettuata in maniera discontinua. Il verde della piscina è causato da alghe che proliferano a causa della scarsa o scadente disinfezione. L’ultimo step è quello di controllare l’acidità dell’acqua: il valore del pH deve sempre essere tra il 7.2 ed il 7.4.
Perché i calabroni entrano in casa?
Il calabrone (Vespa crabro Linnaeus), detto anche aponale o cravunaro rosso, è il più grosso vespide europeo ed è anche pericoloso dato il rischio di reazioni allergiche causate da una sua puntura. La presenza di un calabrone attorno alla casa può indicare che c’è un nido nelle vicinanze.
Generalmente si tratta di animali diurni ma non hanno un orario preciso in cui spostarsi motivo per cui capita di incontrarli anche di notte. Ecco spiegata una delle ragioni per cui possono entrare in casa la sera: sono attratti dalla luce. Ma non solo. Amano i prodotti zuccherini così come anche la carne ed il pesce e potrebbero entrare nelle abitazioni alla ricerca di queste leccornie. Un’arma, questa, anche per costruire delle esche e stanarli prima che possano pungere qualcuno mentre si è in casa o in giardino.
Perché sono single?
Sembra incredibile ma tra i “perché” più ricercati su Google c’è anche questo. Sarà un po’ il masochismo o la mancanza di autocritica (?) ma alcuni utenti sono interessati a conoscere i motivi per cui si è ancora single. Dal bisogno di libertà e indipendenza, passando all’“esci poco e lavori troppo”, l’internet è pieno di spiegazioni più o meno plausibili sul perché non si riesca a trovare un partner.
L’aspetto, forse, più interessante di tutti è constatare che la maggior parte degli articoli si rivolgano ad un pubblico prettamente femminile. Che gli uomini non percepiscano questo problema??
Risultati di Google: neutrali ma non troppo
Questi non sono che i risultati che Google fa comparire a me, in base anche alla mia geolocalizzazione. Che tipo di risultato darà a te? Fai questo esperimento e facci sapere se i tuoi risultati coincidono o meno e in che numero. Al di là del piccolo test che vi proponiamo, la realtà è ben diversa.
Google, infatti, pur promuovendo se stessa come una realtà neutrale ed universalmente accessibile fornisce risultati differenti alle query inserite nella propria barra di ricerca[1]. Una nuova interfaccia in fase sperimentale, denominata Search Atlas, dimostra come la società californiana sia in grado di amplificare le differenze culturali o le preferenze di un governo.
Un esempio? Piazza Tienanmen (Pechino, Cina) deve essere considerata come una attrazione turistica o come un luogo di repressione militare delle libertà individuali?
Internet è pieno di confini invisibili – geografici, linguistici, culturali, politici – che circoscrivono le informazioni che ogni utente vede. I motori di ricerca modellano tali “confini informativi” adattando i risultati in base alla geolocalizzazione, alla lingua e ad altri profili utente[2].
Come funziona Search Atlas?
Proprio come Google, Search Atlas funziona con una barra di ricerca in cui inserire la parola di interesse che porterà a tre elenchi di link diversi sulla base di varie versioni geografiche di Google Search.
Quando hanno usato il loro strumento per fare una ricerca di immagini su “Piazza Tiananmen”, le versioni britannica e singaporiana di Google hanno restituito immagini di carri armati e soldati che annullavano le proteste studentesche del 1989. Quando la stessa query è stata inviata a una versione di Google ottimizzata per le ricerche dalla Cina, a cui è possibile accedere aggirando il Great Firewall del paese, i risultati hanno mostrato immagini recenti e solari della piazza, piena di turisti[3].
Ciò vale per qualsiasi tema cercato, dalla parola “Dio” a “combattere il cambiamento climatico” classificando le notizie in base al contesto sociale e culturale del Paese da cui si digita.
[1] Tom Simonite, “A New Tool Shows How Google Results Vary Around the World”, Wired, 2021. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.wired.com/story/tool-shows-google-results-vary-world/?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=eea144dbf8-briefing-dy-20210714&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-eea144dbf8-46136706
[2] Rodrigo Ochigame e Katherine Ye. 2021. Atlante di ricerca: visualizzazione di risultati di ricerca divergenti attraverso i confini geopolitici. In Designing Interactive Systems Conference 2021 (DIS ’21 ). Association for Computing Machinery, New York, NY, USA, 1970-1983. DOI: https://doi.org/10.1145/3461778.3462032. Consultabile al seguente indirizzo: https://searchatlas.org/
[3] Ibidem, op.cit.
Autore articolo
Martina Shalipour Jafari
Redattrice
Giornalista pubblicista ed esperta di comunicazione digitale.
Instancabile lettrice e appassionata di cinema.
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