Dal titolo potrebbe sembrare un film dalle note un po’ fantasy, con sfumature oniriche che gettano le radici in qualche credenza orientale. In effetti, una di queste viene nominata, ma Past Lives è un perfetto connubio di storia, fotografia, sceneggiatura, ritmo che non ha niente a che vedere con la spinta emozionale dell’imprevedibilità e della “magia”.
Una storia concreta, fluida, che riesce a entrarti nel cuore, nonché un balsamo per gli occhi, vista la sua estetica impeccabile.
Past Lives: quando la storia è tutto
Un film della sceneggiatrice e regista, Celine Song, coreana di nascita ma adottata da New York in giovane età. Questo background si ritrova anche nella sua stessa pellicola, in cui la protagonista Nora Moon (interpretata dalla strepitosa Greta Lee) lascia la sua cittadina di origine per trasferirsi in Canada con la sua famiglia. Ma così facendo, è costretta a dire addio al suo amico di infanzia e primo amore (mai sboccato realmente) Hae Sung.
Il momento del saluto tra i due ragazzini è un passaggio importante nel film. Non solo per la sua rappresentazione scenica: un bivio in cui, a destra c’è una scalinata colorata che salirà Nora, a simboleggiare la diversità del suo percorso di vita rispetto a quanto viene considerato “normalità” in Corea e, a sinistra, una strada dritta e neutra che prenderà Hae Sung, segno del suo regolare percorso di vita da ragazzo coreano; ma soprattutto per il realismo, quasi doloroso, con cui i due si dicono addio presumibilmente per sempre.
Quello che viene messo in scena è la rappresentazione più pura del sentimento amore che, all’età di 12 anni non sai come “usare” e non puoi far altro che tenertelo, seguendo il flusso degli eventi che sono più grandi di te e di quel sentimento. Quindi dici ‘ciao’ e vai avanti. Per una serie di circostanze, all’età di 24 anni, i due entrano nuovamente in contatto, cercando di riprendere da dove avevano lasciato, cioè un’amicizia bella e sincera che nascondeva qualcosa di più. Niente di eccezionale, niente di visivamente eclatante e nemmeno tanti dialoghi.
La realtà scorre con un ritmo contenuto sullo schermo, eppure è avvincente. Quando gli equilibri del destino sembrano essersi ripresi, le cose cambiano nuovamente. I sottotesti di questa affascinante pellicola parlano chiaro, a cominciare dal tema delle migrazioni e dei cambiamenti culturali, per passare anche dai social network, quando ancora venivano considerati un mezzo utile per abbattere i confini e riallacciare i contatti con chi è distante.
Past Lives: così semplice che è difficile spiegarlo
Riallacciandoci all’incipit di questo articolo, il film gioca (in modo serio, senza banalizzarlo) sul concetto di in-yun, che letteralmente di traduce con “destino”, una sorta di “anime gemelle” in versione coreana. La leggenda dice che due persone sono destinate a stare insieme se le loro anime si sono sfiorate un certo numero di volte nelle vite passate.
Il gesto dello sfiorarsi ritorna spesso nel film. Ma la regista Celine Song non calca la mano, cercando di rendere palese questo gesto in relazione alla leggenda dello in-yun che viene citata solo due volte in tutta la pellicola; anzi, proprio con la stessa leggerezza dello sfiorarsi, lascia percepire che le anime dei due protagonisti “accumulano” quel numero di incontri che alla fine dovrebbero portarli a stare insieme per sempre. E qui arriva il difficile. Perché entrano in gioco i cambiamenti e la crescita dei personaggi, che non riescono a stare al passo con le loro anime.
Nora Moon non è più la stessa ragazzina di 12 anni che ha lasciato la Corea e non è più la stessa donna di 24 anni che studiava al College. Gli avvenimenti si susseguono lineari, lasciando la sensazione di un “culmine” che non arriva mai. O forse sì.
Quel che è certo, è che Past Lives ha superato ogni aspettativa, senza mettersi in mostra, è un vero e proprio elogio alla scrittura cinematografica fatta ad opera d’arte. E tanto basta per realizzare un prodotto di successo.
Autore articolo
Sara Giovannoni
Redattrice
Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
Intanto keizoku wa chikara nari.
Se volete, andate a cercare il significato!