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Oh oh oh! Marry Business!

L’immaginario del Natale costruito pezzo dopo pezzo dalle aziende

Natale

Attenzione! Questo articolo non è per i deboli di cuore che amano alla follia il Natale e intendono proteggere i loro sogni e ricordi d’infanzia da una verità assai amara.

Anche se quest’anno sembra che stenti a decollare, il periodo natalizio è (quasi) universalmente considerato il momento più bello. Sarà per le luci, per i suoi profumi dolciastri, per i camini o le decorazioni. Insomma, tutto contribuisce a creare un’atmosfera magica. Ma quand’è che il Natale è diventato così? Anzi, com’è che ci è diventato? Perché un inizio deve esserci. Proviamo a ricostruirlo insieme.

Oh oh oh! Marry Business! L’inizio della favola

Partiamo da una doverosa premessa. Gran parte dell’”esperienza” natalizia la viviamo in questo modo grazie alle tradizioni folkloristiche che contraddistinguono da sempre le diverse zone d’Italia. I nostri ricordi, così come le sensazioni che solo questo periodo riesce a regalare, sono legati a momenti specifici che si ripetono ogni anno, come la preparazione del presepe, il cenone con tutta la famiglia, la cucina della nonna, il panettone o il pandoro, la poesia dei bambini dopo la cena, con relativa “anferta” (i soldini che i parenti regalano ai bambini dopo aver declamato la poesia di Natale).

Perfino le litigate a tavola, il nonno burbero che si lamenta dei pasti, le domande scomode, tutto rende insostituibile il Natale ed è questo che ci piace. A cambiare un po’ le cose è stato lo sviluppo industriale prima e la globalizzazione dopo.
Proprio quest’ultima ha fatto sì che, i diversi simboli del Natale oltrepassassero i confini, approdando in giro per il mondo ed entrando lentamente a far parte dell’immaginario collettivo delle diverse zone. Motore della costruzione di questo immaginario fu la stampa quotidiana, cosiddetta Penny Press[1], che spopolò negli Stati Uniti, raccontando storie che pagina dopo pagina, hanno realizzato la magia del Natale.

E qual è il primo simbolo “commerciale”, se non il solo e unico albero di Natale? Si ritiene che quest’ultimo abbia fatto la sua prima comparsa per caso, in un’immagine distribuita da una famosa rivista dell’epoca, che lo mostrava decorato con alcune candele[2]. Ma l’albero di Natale prese il volo con il boom dei centri commerciali, anzi, dei grandi magazzini, che videro negli abeti decorati a festa un’opportunità d’oro. Questa stessa opportunità la vide anche un’azienda tedesca, che decise di produrre abeti in massa e venderli a prezzi stracciati.
Ma l’origine storica dell’albero di Natale ha tante varianti, come la migliore delle leggende. Quel che è certo, un Natale senza albero in casa, è una Natale senza magia.

Oh oh oh! Marry Business! Tutti sanno che Babbo Natale è un’invenzione della Coca-Cola

Lo sapevate, vero? Dai, non siamo drastici, diciamo che la Coca-Cola ha contribuito in modo massiccio a delineare la figura di Babbo Natale così come ce lo immaginiamo nella nostra testa, quando qualcuno ci dice: pensa a Babbo Natale. Prima dell’operazione mediatica che ha visto alleati l’azienda della famosa bibita zuccherata, la stampa e i grandi magazzini, Santa Claus era raffigurato come una sorta di elfo magrolino.

L’evoluzione in ‘Babbo Natale’ è avvenuta attraverso le prime campagne pubblicitarie della Coca-Cola, che raffiguravano questo uomo paffuto dall’aspetto simpatico e dal chiaro richiamo ai colori tipici del brand: il rosso e il bianco. Ecco allora che i venditori dei centri commerciali ebbero l’idea: e se Babbo Natale esistesse e venisse qui, in questo negozio, ad ascoltare i sogni dei bambini? Nulla fu più geniale. La figura di Babbo Natale, nel giro di pochissimo, era (ri)conosciuta ovunque e chiunque la utilizzava per promuovere prodotti, luoghi, eventi, show.

Oh oh oh! Marry Business! Quando ancora i bambini leggevano

Bei tempi. Anzi, tempi d’oro, letteralmente. Anzi, letteraturalmente!
Sì, perché l’industria dell’editoria infantile un tempo andava fortissima e nel periodo natalizio spiccava il volo, con tante nuove storie, nuovi libri da colorare, nuovi volumi interattivi (per l’interattività dell’epoca).
Infatti, molte di quelle storie diventarono così note da dare vita a personaggi iconici del Natale, come la renna Rudolph dal naso rosso. Tanto piaceva ai bambini, che il grande magazzino Montgomery Ward, la adottò per alcune campagne promozionali, rendendola la renna più famosa del mondo, nonché un altro simbolo natalizio.

Oh oh oh! Marry Business! La vera magia del Natale

Naturalmente, lo storytelling del Natale si è rafforzato anno dopo anno, anche grazie al cinema e alla (sempre più crescente) volontà delle persone di evadere da quotidianità, aspettando quel periodo dell’anno che, in fondo, lo permette.
Certo, si parla di consumismo sfrenato, di spirito del Natale calpestato, di business e niente più. Ma la vera magia del Natale non risiede nei simboli storici e nemmeno nello spirito natalizio di CindyChiLou e di tutti i ChiNonSo. Il Natale è un ricordo indelebile in ognuno di noi e, per quanto possa cambiare nel corso del tempo, resta sempre uguale. È una storia che resiste al tempo. E, in fondo, è una bella storia.


[1] Penny Press, Storicamente, laboratorio di storia, storicamente.org

[2] Wired, Tutto quello che sappiamo sul Natale lo hanno deciso le aziende, articolo consultabile al seguente link: https://www.wired.it/article/natale-tradizioni-marketing-aziende-babbo-natale-coca-cola/



Autore articolo

Sara Giovannoni

Sara Giovannoni

Redattrice

Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
 Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
 
Intanto keizoku wa chikara nari. 
Se volete, andate a cercare il significato!

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