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Parlare o tacere? L’uomo è un gran chiacchierone, la scienza conferma

Un team di ricerca ha voluto studiare le dinamiche del discorso

tacere o parlare?

Se si stilasse una classifica nazionale delle persone più chiacchierone, probabilmente sarei in grado di guadagnare un bel piazzamento. D’altronde, l’essermi aggiudicata l’epiteto di petulante all’età di sei anni vorrà pur dire qualcosa. Eppure, quello del parlare troppo, in maniera invadente o inopportuna, è un problema comune a molti, tanto che un team di ricerca dell’Università di Harvard ha sentito il bisogno di studiare[1] le dinamiche del discorso. In sintesi potremmo dire che la maggior parte di noi non sa quando è giunto il momento di tacere. Ma vediamo nel dettaglio i risultati di questa ricerca.

Parlare o tacere? La nuova prospettiva della psicologia

Tutto è partito da Adam Mastroianni, dottorando in psicologia presso la prestigiosa Università statunitense. È stato il primo a domandarsi quale sia la ragione per cui tendiamo a straparlare anziché concludere una conversazione al momento giusto. Fino ad oggi le ricerche sulle conversazioni umane si sono concentrate principalmente sulle forme di persuasione o sulle modalità di congedo. A portarle avanti sono state soprattutto sociologi e linguisti. Raramente, quindi, psicologi si sono soffermati a studiare questo aspetto che, pur essendo di molto interesse, ha risvegliato l’attenzione solo di recente.

Tacere anziché parlare troppo?

Non sappiamo quando tacere

Per questa indagine[2] il team di ricerca ha intrapreso due esperimenti separati. Al primo vi hanno preso parte 806 partecipanti online a cui sono state poste domande in merito alla propria conversazione più recente. Buona parte di esse sono avvenute con parenti ed amici. A loro è stato chiesto se ci fosse stato un momento della conversazione in cui avrebbero voluto finisse, comparandola poi con la reale durata finale.

Il secondo esperimento si è svolto in laboratorio con 252 partecipanti che, riuniti in coppie (tra estranei), hanno parlato di ciò che volevano in un tempo compreso tra 1 e 45 minuti. Anche in questa occasione i ricercatori hanno domandato loro di indicare quando avrebbero voluto chiudere la chiacchierata e indovinare la risposta del loro partner.

I risultati sono sorprendenti. Solo nel 2% dei casi lo scambio di battute si è concluso nel momento in cui entrambi lo volevano. Nel 30% era uno dei due a voler chiudere. Nel 50% dei dialoghi entrambi i partecipanti avrebbero troncato la conversazione con punti di interruzione differenti. In sunto potremmo dire che la durata ideale corrispondeva a metà di quella avvenuta realmente. Ma le scoperte non si fermano qui. Nel 10% dei casi entrambi avrebbero voluto continuare a parlare e nel 31%, invece, almeno uno dei due avrebbe avuto piacere che durasse di più.

Siamo completamente fuori giri

Mastroianni si è chiesto anche se la persona che abbiamo di fronte non abbia il nostro stesso problema. Effettivamente, a leggere i risultati di questa indagine si rimane increduli di fronte la nostra incapacità di comprendere le intenzioni di chi abbiamo di fronte. Non siamo capaci di cogliere i segni di insofferenza dell’altra persona ed è forse per questo – ipotizzano i ricercatori – che solitamente si parla di fronte ad un caffè o ad un pasto: in questo modo ci lasciamo una via di fuga.

solitudine

Eppure c’è chi si domanda quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi se le conversazioni finissero al momento giusto. Non c’è il rischio di perdersi qualcosa? Al di là di queste speculazioni, sarebbe interessante capire come queste regole di conversazione cambino tra varie culture. Ci sono comunità in grado di interpretarle più facilmente? Quali sono i segnali da monitorare? Come cambiano queste regole se ci riferiamo alle chat?

Chiacchierare ci fa bene

Sì è vero, finire intrappolati in una conversazione infinita e tediosa può creare frustrazione ma i benefici dell’interazione sociale sono innegabili. Il contatto sociale con gli altri, anche di tipo superficiale, può far bene alla nostra salute. I ricercatori per lungo tempo hanno pensato che fosse la solitudine a causare morte precoce: in realtà il silenzioso assassino è l’isolamento sociale.

Chiacchierare con gli altri, soprattutto se si tratta di conversazioni stimolanti, ci aiuta ad essere più felici (le persone più felici parlano il 70% in più). Secondo gli psicologi cinque conversazioni profonde in più a settimana potrebbero aiutarci a migliorare l’umore… purché non durino all’infinito!!!


[1] A. M. Mastroianni, D. T. Gilbert, G. Cooney, T. D. Wilson, “Do conversations end when people want them to?”, 2021. PNAS, https://doi.org/10.1073/pnas.2011809118. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.pnas.org/content/118/10/e2011809118

[2] R. Nuwer, “People Literally Don’t Know When to Shut Up—or Keep Talking—Science Confirms”, Scientific American, 2021. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.scientificamerican.com/article/people-literally-dont-know-when-to-shut-up-or-keep-talking-science-confirms/?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=7de7a692f7-briefing-dy-20210305&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-7de7a692f7-46136706

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Autore articolo

Martina Shalipour Jafari - autore

Martina Shalipour Jafari

Redattrice

Giornalista pubblicista ed esperta di comunicazione digitale.
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