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Nell’occhio del ciclone

Davvero diventeranno sempre più frequenti e distruttivi?

uragano

In questi giorni si sta abbattendo sulle isole del Mar dei Caraibi il ferocissimo uragano Beryl, causando distruzione e tantissime vittime. In realtà, gli uragani di categoria 5 in sé non sono delle rarità in quelle zone, tuttavia Beryl è in netto anticipo sulla sua “tabella di marcia”, in quanto questi fenomeni si manifestano in un lasso di tempo preciso che va da agosto a inizio novembre.
Normalmente, a giugno e a luglio le temperature dell’oceano non sono sufficientemente alte da favorire uragani molto distruttivi, ma le cose stanno cambiando: Beryl si è trasformato in una tempesta tropicale nella tarda notte di venerdì, diventando poi il primo uragano della stagione, di categoria 1. Domenica mattina è diventato un uragano di categoria 4, e lunedì notte, dopo aver devastato Carriacou, una piccola isola a Nord di Grenada, è salito a categoria 5[1].

Nell’occhio del ciclone: devastazioni sempre più precoci

Secondo gli addetti ai lavori, le motivazioni che si celano dietro la formazione precoce di questi fenomeni devastanti risiedono nel surriscaldamento repentino e anticipato delle acque oceaniche. Christopher Rozoff, scienziato del Centro nazionale per la ricerca atmosferica degli Stati Uniti, ha affermato durante una conferenza stampa che il riscaldamento globale ha contribuito a innalzare le temperature del Nord Atlantico di 2°/3° in più rispetto al picco di stagione.
Ciò porterebbe a una maggiore evaporazione delle acque che, a sua volta, aiuta la formazione di uragani molto più grandi, trascinati da venti e correnti sempre più forti e meno prevedibili.

Questo trend non è di certo una novità. Già qualche anno fa, la rivista Scientific Reports, aveva riportato in un articolo l’andamento degli uragani tra il 2001 e il 2020, evidenziando come questi avevano ben il doppio delle possibilità di passare da una tempesta di debole portata a un uragano di categoria avanzata nel giro di sole 24 ore. Un tempo veramente limitato per allarmare i cittadini e organizzare un’evacuazione efficace. È proprio questo il motivo di tanta devastazione.

Nell’occhio del ciclone: un livello in più sulla scala Saffir-Simpson

Per parlare di intensità degli uragani si fa riferimento alla scala Saffir-Simpson. A studiarla e realizzarla sono stati l’ingegnere Herb Saffir e il meteorologo Bob Simpson, nel 1969.[2] Quest’ultima ha valori che vanno da 1 a 5 e si basa sulla potenza dei venti che trasportano le tempeste e contribuiscono alla formazione della calamità.

In realtà, già dal livello uno (quindi quando una tempesta viene fatta rientrare sulla scala di valutazione) si parla di “venti molto pericolosi”, circa 119 a 153 km/h, che potrebbero causare qualche danno. Al livello due, con 154 a 177 km/h, si parla di venti “estremamente pericolosi” con possibili danni alle costruzioni. Arrivando al livello 3 la misurazione sale a 178 a 208 km/h, con un allarme di danni devastanti per città e abitanti. Sembrerebbe già il massimo così, ma con il livello 4 si parla di vere e proprie catastrofi, con venti che partono da 209 a 251 km/h.
Lo scenario peggiore di tutti, naturalmente, è rappresentato dal livello 5, in cui i venti superano i 252 km/h e c’è il rischio concreto di devastazione e vittime. Un esempio eclatante di uragano segnalato con la categoria 5 è Katrina, che nel 2005 ha colpito la città americana di New Orleans ed è stato uno dei peggiori disastri naturali degli Usa.

Tuttavia, qualche giorno fa un gruppo di scienziati ha rivalutato la scala Saffir-Simpson, sottolineando la “crescente inadeguatezza” di questi valori e avanzando l’ipotesi di aggiungere anche un livello 6. Questo perché il riscaldamento globale porta con sé tempeste tropicali sempre più intense, imprevedibili e cangianti. Secondo questi ricercatori, abbiamo già assistito a tempeste che potrebbero rientrare nella categoria 6, ossia con venti superiori a 309km/h[3]. Che si adatti oppure no la scala di Saffir-Simpson, resta inconfutabile l’aumento di queste calamità naturali che, man mano che il clima continua a surriscaldarsi, saranno sempre più frequenti.


[1] Cronologia dell’evoluzione dell’uragano Beryl tramite SkyTG24.

[2] SkyTG24, Come si calcola la categoria degli uragani, articolo completo al seguente link: https://tg24.sky.it/ambiente/2017/09/06/categoria-uragani-scala

[3] MeteoWeb, Dovrebbe esserci un livello 6 per gli uragani estremamente potenti?, articolo consultabile integralmente al link: https://www.meteoweb.eu/2024/07/dovrebbe-esserci-categoria-6-uragani-studio/1001518850/


Autore articolo

Sara Giovannoni

Sara Giovannoni

Redattrice

Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
 Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
 
Intanto keizoku wa chikara nari. 
Se volete, andate a cercare il significato!

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