Un pacco di biscotti che ha superato la data di scadenza; un barattolo di olive denocciolate che è rimasto mezzo pieno in frigo e che ormai, stando alla dicitura incisa sulla confezione, va gettato via; o ancora quelle piadine acquistate per la serata messicana che non è mai stata fatta e che finiscono nel cestino della spazzatura perché “ormai sono andate”. Sono solo alcuni esempi di come, ogni giorno, tantissimo cibo viene sprecato a causa di una male interpretazione dell’etichettatura alimentare.
Label revolution: nascono prima le abitudini o le etichette?
L’analisi di Consumerismo ha fatto emergere quello che per molti era il segreto di pulcinella: ogni anno il 41% del cibo viene sprecato oppure diventa spazzatura[1] prima del tempo a causa di una lettura sbagliata delle etichette che indicano la cosiddetta data di scadenza. Sarebbe un problema di dicitura, dunque, in cui la frase “da consumare preferibilmente entro…” avrebbe mietuto ben 6,48 miliardi di euro di cibo[2] solo nel 2023 nelle case degli italiani.
Un dato preoccupante, se pensato in relazione non solo all’enorme spreco di cibo ancora commestibile, ma anche allo spreco di denaro utilizzato per acquistarlo, ai costi di produzione, quelli che spesso paga l’ambiente.
Ma diamo un’occhiata più da vicino, cercando di chiarire qualche dubbio. Che differenza c’è tra una dicitura e l’altra? Perché alcuni prodotti hanno riportano “da consumare/consumarsi entro il” e perché su altri scrivono “consumare preferibilmente entro il…”?
Nel primo caso si fa riferimento alla data di scadenza, definita così dalla Normativa che regola l’etichettatura dei prodotti; mentre nel secondo caso, ci si riferisce al termine minimo di conservazione.
La data di scadenza è prescritta per tutti quegli alimenti che, nel tempo, subiscono un deterioramento al livello microbiologico[3] e, dunque, potrebbero costituire un pericolo per la salute dell’essere umano. Di fatti, superata la data di scadenza (“consumare entro il/ da consumarsi entro il) l’alimento è considerato a rischio.
Il TMC – Termine Minimo di Conservazione, invece, fa riferimento al periodo entro il quale il prodotto conserva le sue caratteristiche organolettiche secondo l’adeguata conservazione. Da qui deduciamo che il TMC non è una sentenza per la consumazione dell’alimento, ma è un suggerimento sulla sua qualità (e non sulla sicurezza) dello stesso, che non rappresenta un rischio per la salute se consumato oltre quella data indicata[4].
Label revolution: quali cambiamenti sono previsti?
La Commissione Europea ha proposto un cambiamento nella Normativa sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Questo provvedimento rientra nel ventaglio di azioni discusse all’interno del Green Deal europeo per ridurre l’impatto ambientale dell’Europa in tutti i settori. La proposta prevede l’inserimento della nuova dicitura “spesso buono oltre…”[5], accanto a quelle già esistenti. In questo modo si spera che i consumatori siano invogliati a conservare l’alimento, senza trasformarlo in spazzatura prima del tempo. È tutto nelle mani di questa nuova dicitura, quindi, che giocherà un ruolo fondamentale nelle decisioni dei consumatori.
Rimanendo in tema di etichette, arriva un’altra novità dalla Commissione europea: sarà, infatti, obbligatorio l’inserimento di etichette ecologiche sugli imballaggi[6].
La disposizione mira ad aiutare (ancora di più) i consumatori nella raccolta differenziata, riducendo al contempo la quantità di fabbricazione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio. Insomma, la rivoluzione delle etichette sembra in atto e con nobili scopi; speriamo solo che le (cattive) abitudini non siano davvero così dure a morire.
[1] Peppe Aquaro, Lo spreco? E solo questione di etichetta. Ecco come consumare il cibo “scaduto”, corriere.it, consultabile al seguente link: www.corriere.it/pianeta2030/22_maggio_28/spreco-solo-questione-etichetta-ecco-come-consumare-cibo-scaduto-6c09e0d8-ddaf-11ec-9d2a-935eb68a8d83.shtml
[2] Etichette, con la nuova dicitura si riduce lo spreco, foodweb.it, articolo consultabile al seguente link: www.foodweb.it/2023/03/etichette-con-la-nuova-dicitura-meno-spreco-di-cibo/
[3] Differenza tra data di scadenza e TMC, agrilegal.it, approfondimento al seguente link: www.agrilegal.it/approfondimenti/cassazione-data-di-scadenza-tmc#:~:text=La%20data%20di%20scadenza%20%C3%A8,2011%20fissa%2C%20all’All
[4] Ibidem.
[5] Helpconsumatori.it
[6] Matteo Paolini, Da gennaio le nuove etichette ambientali degli imballaggi: come funzionano, quifinanza.it, articolo consultabile al link: https://quifinanza.it/green/da-gennaio-le-nuove-etichette-ambientali-degli-imballaggi-come-funzionano/686022/
Autore articolo
Sara Giovannoni
Redattrice
Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
Intanto keizoku wa chikara nari.
Se volete, andate a cercare il significato!