Li abbiamo letti sui fumetti prima e visti sul grande schermo dopo.
I super eroi sono entrati in modo dirompente nel nostro immaginario collettivo e la stratificazione di storie e universi narrativi è straordinaria.
Inutile mentire, anche se non sono la vostra cosa preferita, il mondo dei super è affascinante e curioso, tanto da suscitare alcune domande di natura “pratica”: ma se i super poteri esistessero nella realtà?
James Kakalios, docente di fisica all’Università del Minnesota, ci ha scritto un libro.
Un racconto divertente dal sottofondo scientifico, in cui lo scrittore spiega i principi della fisica e della meccanica quantistica partendo proprio dalle imprese compiute dai super eroi più famosi.
Ecco allora che andiamo a scoprirne alcune in questo articolo, magari imparando qualche nozione di fisica in più!
La fisica dei supereroi: Spiderman e Gwen Stacy 4ever
Ripartiamo dalla domanda che ci siamo posti: ma se i super poteri esistessero nella realtà?
Il più amato dei super eroi, Spiderman, sicuramente avrebbe mietuto più vittime di quante ne abbia salvate durante tutta la sua carriera. Tragico a dirsi, ma è così e ce lo fa capire un episodio specifico dei fumetti, riportato anche cinematograficamente nel film Sony “The Amazing Spiderman 2”.
Siamo nel 1973 e sugli scaffali esce il numero 121 del fumetto “Amazon Spider-Man”. In questo volume avviene la tragica morte della prima, storica, fidanzatina di Peter Parker, Gwen Stacy. Purtroppo però, l’amore e i super poteri non sono stati sufficienti a salvarla questa volta, anzi, proprio l’opposto.
Gwen viene rapita da Goblin, che ha scoperto l’identità di Spiderman. Durante il canonico combattimento all’ultimo sangue, la ragazza viene scaraventata dal ponte George Washington. Nel tentativo di salvarla, Spiderman cerca di avvicinarsi velocemente a lei e lancia una ragnatela per afferrarla. Ci riesce, ma la morte di Gwen Stacy è inevitabile.
Non è la caduta in acqua a causarla, bensì il contraccolpo subito alla colonna vertebrale, dovuto proprio alla ragnatela del supereroe.
La fisica dei supereroi: la seconda legge di Newton
La spiegazione scientifica ce la fornisce James Kakalios. Ci dice che la domanda principale da porsi è: quanto è grande la forza esercitata dalla tela di Spiderman quando ferma la caduta di Gwen?
Una caduta a 150 km/h da quell’altezza avrebbe ucciso la ragazza appena avrebbe toccato l’acqua del fiume. Per modificare questa velocità occorre una forza esterna e, in questo caso, viene esercitata dalla ragnatela. Tanto più grande è la forza maggiore sarà la decelerazione.
A questo punto, Kakalios si rifà alla seconda legge di Newton e la riscrive per calcolare la forza necessaria per arrestare la caduta di Gwen Stacy prima che tocchi l’acqua:
(forza) x (tempo) = (massa) x (variazione di velocità)
La forza di cui parla la formula deve essere applicata in un determinato lasso di tempo, poiché maggiore è l’intervallo di tempo e minore sarà la forza necessaria per modificare la velocità.
Il problema è che Spiderman aveva a disposizione pochissimo tempo e, nonostante la ragnatela fosse elastica, la forza applicata sulla ragazza è troppo grande, tanto da causarle la morte.
In sostanza, se si cade a una tale velocità e si decelera in poco tempo non c’è differenza tra la presa della ragnatela e la caduta in acqua.
La fisica dei supereroi: l’uomo d’acciaio baciato dal sole
James Kakalios non è l’unico a essersi interrogato sull’efficacia dei super poteri nella realtà. Un gruppo di studenti di fisica della University of Leicester hanno condotto uno studio sul supereroe per eccellenza: Superman.
La DC Comics “non ha badato a spese” quando a creato l’uomo d’acciaio: super velocità, super forza, capacità di volare, resistente a ogni genere di arma, bellissimo. Superman, alieno kryptoniano ha solo un punto debole, la kryptonite appunto.
Ma c’è una ragione per cui nella sua storia, il piccolo Kal’El viene mandato sulla Terra da suo padre, prima che il suo pianeta d’origine esplodesse: il Sole. Infatti, è proprio grazie al Sole e alle sue radiazioni elettromagnetiche che Superman riesce ad avere questi poteri divini e diventare così indistruttibile.
La fisica dei supereroi: il Sole è forte tanto quanto Superman?
I giovani fisici dell’Università di Leicester, nel loro studio successivamente pubblicato sulla rivista Journal of Physics Special Topics, si pongono una domanda: se Superman esistesse nella realtà, la forza del Sole sarebbe davvero in grado di sostenere tutti i suoi poteri invincibili?
I loro calcoli sono iniziati prendendo come potere di base il volo. Partendo da un volo di otto ore a una quota di 30 chilometri, i giovani scienziati hanno stabilito che il supereroe impiegherebbe 207 miliardi di joules solo per contrastare la forza di gravità.
Ipotizzando una stima della superficie corporea di Superman esposta ai raggi del Sole, hanno quindi calcolato che avrebbe a disposizione circa 1.096 joules al secondo dalle radiazioni solari.
In altri termini, il suo organismo dovrebbe avere a disposizione un’efficienza pari al 650.000% per poter sfruttare l’energia del Sole. Che significa? Che il caro Clark Kent per sostenere il volo utilizzerebbe più energia di quanta riuscirebbe effettivamente a ricavarne dai raggi solari [dati da: Wired]
La fisica dei supereroi: le regole sono fatte per essere infrante
Le storie ci aiutano a evader dalla realtà, a vivere avventure impossibili. L’immaginario creato dal mondo dei fumetti ha contribuito all’espansione di un universo narrativo intricato e affascinante, che senza fatica si combina anche con la scienza.
Il risultato? Un modo creativo per avvicinarsi alla fisica, alla chimica, alla meccanica quantistica. Sono proprio queste regole a rendere tutto così interessante.
E in un mondo sempre più tecnologico, in cui sempre più spesso fantasy e scienza si sovrappongono, ci chiediamo: quali saranno i super poteri del futuro?
Autore articolo
Sara Giovannoni
Redattrice
Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
Intanto keizoku wa chikara nari.
Se volete, andate a cercare il significato!