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Gli insetti: una risorsa ambientale ed alimentare a rischio estinzione

Il viaggio di Future Brain tra sopravvivenza e sviluppi futuri di questi animali

insetti

L’uomo è il più crudele degli animali.

Friedrich Nietzsche

Così si esprimeva Friedrich Nietzsche riferendosi al genere umano. E non sbagliava nel giudicarci male, specie se osserviamo quello che stiamo riuscendo a compiere in così poco tempo a così tante specie animali e vegetali. Secondo molti studiosi è ormai in atto da tempo la sesta estinzione di massa (l’ultima è avvenuta 65 milioni di anni fa) durante la quale, si stima, scomparirà il 75% delle specie viventi della terra in pochi decenni. Un danno gravissimo all’ecosistema della terra di cui non sembra si sia ancora presa piena coscienza. Tra gli animali maggiormente colpiti troviamo gli insetti, le cui popolazioni stanno subendo un crollo tra l’1-2% annuo[1]. Le cause sono facilmente intuibili: i cambiamenti climatici e ambientali causati dalle attività umane sono i principali indiziati.

Gli insetti: 400 milioni di anni di storia al capolinea

Proprio pochi giorni fa, in un numero speciale, la rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America (PNSA) ha fatto il punto sullo stato di avanzamento dell’estinzione degli insetti[2]. Alla base della pubblicazione 11 articoli redatti da 56 ricercatori che si dichiarano concordi in merito al processo, non ancora irreversibile, che sta avvenendo. Tanti, troppi i fattori di stress. Cambiamenti climatici, lo abbiamo detto, ma anche deforestazione per lo sfruttamento del suolo, quindi perdita del proprio habitat, inquinamento luminoso, colture intensive, specie alloctone, inquinamento ed eccessivo utilizzo dei pesticidi. Sono questi i principali nemici che gli insetti devono affrontare. Una sfida impari per la maggior parte di loro.

Sono circa un milione le specie di insetti conosciuti e si stima che ce ne siamo altri 4-5 milioni sconosciuti. Che siano 3- 4 o 5 milioni poco importa. Ciò che è certo è che l’uomo con le sue attività sta spazzando via 400 milioni di anni di storia evolutiva. Un’apocalisse, così la definiscono gli scienziati, che si declina in tre variabili: la biomassa che negli ultimi trent’anni è scesa del 75%; abbondanza di esemplari e numero di specie. Una diminuzione rapida e costante così come rapida e costante è la crescita della popolazione umana che si attesta, per ora, a 7,8 miliardi di persone.

Alcuni insetti periscono altri… resistono

Sempre lo stesso articolo si concentra in particolare su due pubblicazioni che parlano di farfalle e falene nell’ecozona neotropicale che include continente sud americano, Caraibi e America centrale, parte costiera della Florida e del Messico. Ebbene la deforestazione che sta interessando queste aree, soprattutto l’Amazzonia negli ultimi anni, non è che il preludio di quanto già si sta osservando in altre parti del mondo. Considerate da sempre la culla della biodiversità, se non si presterà attenzione ai polmoni verdi del mondo il processo rischierà di diventare irreversibile.

insetti - ape

Ma se da un lato gli insetti soffrono, in alcuni casi resistono e prosperano. È questo il caso di alcune specie che hanno sempre avuto difficoltà a sopravvivere nelle fasce temperate o artiche, notoriamente più fredde. Con il riscaldamento globale e l’innalzamento delle temperature medie, stanno aumentando nel numero e si stanno spingendo in territori sempre nuovi. Sintomo che ogni volta che c’è una crisi, c’è chi non riesce a tenere il ritmo del cambiamento e chi sopravvive sfruttando la situazione a proprio vantaggio.

Possiamo ancora rimediare

Fin qui non lo abbiamo ancora detto ma gli insetti, lo ricordiamo, sono utilissimi per moltissime attività che a noi sembreranno banali e che sono alla base della vita sulla Terra. Soprattutto se ci riferiamo agli impollinatori come api, bombi, coleotteri, formiche e sì, anche zanzare. Questi animali sono fondamentali all’impollinazione di circa l’87% di tutte le specie vegetali nonché di ¾ delle coltivazioni umane. Non solo. Sono responsabili del controllo biologico, riciclano nutrienti (decomposizione materiale organico) e sono il principale nutrimento di molti uccelli e mammiferi di piccole dimensioni.

Quindi, niente alibi! Questo problema riguarda tutti, specialmente noi che ne siamo i principali responsabili. Il fenomeno è ancora invertibile e basterebbero poche semplici azioni:

  • Riduzione drastica dell’uso di pesticidi;
  • Un nuovo modello agricolo che si basi sulla agroecologia (applicazione dei principi ecologici alla produzione di alimenti, carburante, fibre e farmaci nonché alla gestione di agrosistemi);
  • Un “nature recovery network” per creare ambienti verdi in città a garanzia della biodiversità.
insetti - biodiversità

Insetti non solo da salvare ma anche da mangiare

Altra notizia di questo inizio 2021 riguarda la pubblicazione del primo parere dell’EFSA (European Food Safety Authority)[3] sulla possibilità di ritenere edibili o meno gli insetti.

Dall’entrata in vigore del regolamento sui nuovi alimenti il 1° gennaio 2018 l’EFSA ha ricevuto un gran numero di richieste di valutazione in merito a un’ampia varietà di fonti di alimenti sia tradizionali che inedite.

Tra questi troviamo anche la richiesta effettuata dall’azienda francese Micronutris, interessata a utilizzare le tarme della farina (Tenebrio Molitor) sotto forma di prodotto essiccato e da mangiare intero come snack o in polvere, da usare per cracker e barrette energetiche. In attesa di un parere dell’EFSA anche grilli e locuste, sebbene alcuni prodotti a base di insetti siano già consumati in alcuni Paesi europei: Belgio, Francia e Olanda. Ebbene, l’ente si è espresso a favore del richiedente, pur mettendo in guardia i consumatori rispetto alla grande carica proteica che in alcuni soggetti potrebbe provocare allergie. Queste le parole di Ermolaos Ververis, chimico ed esperto EFSA in scienza degli alimenti che ha coordinato l’elaborazione del parere:

Gli insetti sono organismi complessi, e ciò rende problematica la caratterizzazione della composizione dei prodotti alimentari da essi derivati. Comprenderne la microbiologia è di fondamentale importanza, considerato anche che si consuma l’insetto intero.

Nonostante il parere favorevole dell’EFSA, mancano altri step prima di poter mettere in commercio questi alimenti. Entro sette mesi il Comitato PAFF (Piante, Animali, Cibo e Mangime) dovrà convalidare questo parere, poi la palla passerà a ciascun Paese membro che dovrà dare il proprio nullaosta sul territorio nazionale.

Sebbene questi alimenti siano ampiamente consumati in Africa, Asia, Sud America, in Europa non esistono forme di allevamento né di distribuzione. Questo a causa di un fattore culturale che ha premiato l’allevamento intensivo di altri animali (bovini, maiali, pollame), sia perché, non essendo abituati al consumo di insetti, ci sono molte resistenze. Ma la strada è sicuramente aperta.

Insetti come sostituti della carne: vantaggi ambientali

Uno dei punti su cui si spinge maggiormente per l’introduzione degli insetti all’interno della nostra alimentazione sta nel risparmio di risorse ambientali senza perdere l’apporto proteico. In un articolo[4] pubblicato dalla Fondazione Umberto Veronesi, la Dottoressa Teresa Ambrosio espone alcuni dati su questo punto. Per la produzione di un kg di carne di maiale sono necessari 3500 litri di acqua, 2300 sono i litri, invece, per un kg di carne di pollo. Il quantitativo sale vertiginosamente se parliamo del vitello: 43mila litri di acqua per un kg di carne.

insetti - cibo

Sull’altro fronte, se pensiamo alle risorse idriche necessarie alla crescita degli insetti, capiamo bene che il confronto è impari, anche nella produzione di CO2. Per produrre, ad esempio, un kg di proteine dai bachi da seta, si emettono nell’atmosfera 15 kg di CO2. Per quanto riguarda il consumo idrico è difficile da calcolare visto che si tratta di animali molto piccoli e soprattutto molto resistenti alla siccità. Passando a valutare l’apporto proteico di alcuni degli insetti maggiormente consumati al mondo, le cavallette hanno una quota che varia tra il 18-32%, i grilli tra l’8-25%, i bachi attorno al 15%. Quella del vitello e dei pesci è in media al 22%. Quindi c’è davvero poca differenza tra gli alimenti che siamo abituati a mangiare e questi piccoli animali.

L’alimentazione del futuro è già qui ma come la mettiamo con la sicurezza?

In Asia, specialmente in Cina e Indonesia, gli insetti sono considerati cibo per ricchi. L’allevamento viene effettuato in ambienti controllati in termini di umidità e temperatura, per minimizzare il rischio di contaminazioni con germi e batteri. Il passaggio di specie di una eventuale malattia è altamente improbabile a causa delle grandi differenze che intercorrono tra il genoma umano e quello di questi animali, ma la sicurezza non è mai troppa.

Come sottolinea un articolo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie[5] (IZSVe) le garanzie alimentari per il consumatore sono limitate. L’assunto di partenza che il consumo di insetti all’estero non abbia mai fatto registrare reazioni avverse non è totalmente valido. Bisognerebbe chiedersi se gli studiosi si siano mai posti il quesito e se abbiano mai cercato queste reazioni. Insomma alcune domande in merito ai patogeni alimentari, pericoli chimici, le condizioni di allevamento e l’accumulo di sostanze pericolose, restano. Come resta la certezza che ben presto impareremo a far uso regolare di questi prodotti e chissà… magari, in un futuro non troppo lontano, mangeremo una carbonara a base di cavallette.


[1] Ansa, “Insetti in declino, molte popolazioni calano dell’1-2% all’anno”, 2021. Consultabile al seguente indirizzohttps://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2021/01/12/insetti-in-declino-molte-popolazioni-calano-dell1-2-allanno-_bc144bac-d56b-4df7-b450-5e8f9079b5b1.html

[2] David L. Wagner, “Insect decline in the Anthropocene: Death by a thousand cuts”, 2021. PNAS, 118 (2) e2023989118; Consultabile al seguente indirizzo https://www.pnas.org/content/118/2/e2023989118

[3] EFSA, “Insetti commestibili e valutazione scientifica dei nuovi alimenti”, 2021. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.efsa.europa.eu/it/news/edible-insects-science-novel-food-evaluations

[4] T. Ambrosio, “Insetti commestibili: cibo del futuro?”, Fondazione Umberto Veronesi, 2018. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/i-blog-della-fondazione/il-blog-di-airicerca/insetti-commestibili-cibo-del-futuro

[5] IZSVe, “Insetti, il cibo del futuro tra rischi alimentari e aspetti nutrizionali”, 2016. Consultabile al seguente indirizzo https://www.izsvenezie.it/insetti-cibo-futuro-rischi-alimentari-aspetti-nutrizionali/

Autore articolo

Martina Shalipour Jafari

Martina Shalipour Jafari

Redattrice

Giornalista pubblicista ed esperta di comunicazione digitale.
Instancabile lettrice e appassionata di cinema.
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