C’è vita su Marte? È quello su cui da anni gli scienziati di tutto il mondo si interrogano. Finora le varie missioni sul pianeta rosso hanno portato scarsi risultati nell’individuazione di firme biologiche sulla superficie marziana. I dati sono il frutto di osservazioni effettuate direttamente su Marte, attraverso le attrezzature inviate con le sonde, ma anche sul nostro pianeta. È proprio da un recente studio effettuato nel deserto di Atacama, in Cile, che gli scienziati coinvolti hanno sollevato dubbi sulla nostra capacità di riuscire in questo ambizioso obiettivo. Vediamo insieme perché.
C’è vita su Marte? Lo studio condotto in Cile
Individuare condizioni simili al suolo marziano sulla Terra è possibile. E’ questo il caso del Piedra Roja, delta alluvionale, databile a un periodo di 163-100 milioni di anni fa, nel deserto di Atacama. Si tratta di uno degli ambienti più aridi del pianeta e con caratteristiche geologiche analoghe a quelle di Marte[1]. Insomma, l’ambiente perfetto per testare qui, sul nostro pianeta, le strumentazioni a nostra disposizione per rilevare tracce e molecole necessarie alla vita.
Ma cosa stiamo cercando sul pianeta rosso? Ovviamente il ricercato numero uno è l’acqua. Non a caso spedizioni del recente passato hanno condotto i rover nei pressi di presunti e antichi fiumi e laghi prosciugati. Finora, gli spettrometri di massa – strumenti in grado di rilevare anche le più piccole tracce – hanno individuato semplici molecole organiche alifatiche e aromatiche. Queste poche informazioni raccolte suggeriscono che i materiali organici sono scarsi sulla superficie di Marte ma siamo certi che non si tratti di un nostro limite tecnologico?
Lo studio condotto in Cile da Azua-Bustos e dagli altri ricercatori punta proprio a capire questo e le evidenze non sembrano favorirci.
Le firme biologiche del deserto di Atacama
La scelta dell’area di Piedra Roja è giustificabile dalla presenza di rocce sedimentarie ricche di ossidi di ferro, ematite e fanghi simili al terreno marziano[2]. Dall’analisi dei microorganismi campionati è stato individuato un alto tasso di indeterminazione filogenetica dei composti, categorizzati per questo motivo come ‘microbioma oscuro’. L’elemento interessante è che le suddette analisi sono state effettuate con le migliori tecnologie attualmente disponibili, eppure con esiti poco promettenti.
Dallo studio si legge che il 9% dei materiali organici rilevati è stato etichettato come non classificabile, mentre nel 41% dei casi si è stati in grado di assegnarne solo il dominio o l’ordine. Il livello di incertezza è tale che gli scienziati non sono riusciti a cogliere chiaramente i rapporti di parentela evolutiva con organismi terrestri noti.
Dunque, c’è vita su Marte?
Insomma, gli strumenti che abbiamo inviato su Marte e che invieremo prossimamente, come nel caso del rover europeo Rosalind Franklin[3], non sono sufficientemente sensibili a dare una risposta chiara sulla composizione organica delle rocce marziane. L’unica soluzione, dicono gli autori dello studio, è quella di riportare sulla Terra campioni di rocce raccolti al momento da Perseverance, sonda attualmente in uso.
La speranza è quella di riuscire ad avere ulteriori informazioni dalla sonda dell’ESA che sarà equipaggiata con un trapano in grado di forare il terreno fino a 2 metri di profondità e studiare sedimenti meglio protetti dagli agenti atmosferici marziani. Le aspettative sono molto alte e ci si aspetta di trovare maggiore abbondanza e diversità di firme biologiche rilevabili, ma per questo dovremmo aspettare ancora qualche anno. Lancio previsto nel 2028!
Immagine di copertina: Deserto di Atacama – Foto di claudio balcazar da Pexels.
[1] Azua-Bustos, A., Fairén, A.G., González-Silva, C. et al. Dark microbiome and extremely low organics in Atacama fossil delta unveil Mars life detection limits. Nat Commun 14, 808 (2023). https://doi.org/10.1038/s41467-023-36172-1
[2] ScientifiCult, “Da Atacama a Marte in cerca di vita”, 2023. Consultabile al seguente indirizzo: https://scientificult.it/2023/02/21/da-atacama-a-marte-in-cerca-di-vita/
[3] ScienceDaily, “Better tools needed to determine ancient life on Mars”, 2023. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.sciencedaily.com/releases/2023/02/230221132136.htm
Autore articolo
Martina Shalipour Jafari
Redattrice
Giornalista pubblicista ed esperta di comunicazione digitale.
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