Ha fatto il suo ingresso su Netflix in punta di piedi, ma è subito diventata la serie, anzi la mini serie, più vista in Italia e non solo. Il caso Baby Reindeer è diventato man mano sempre più popolare tanto da scatenare reazioni anche sui social media e, in particolare, su TikTok, dove gli utenti hanno iniziato a discutere sui personaggi che in realtà sono persone. Eh sì, perché Baby Reindeer è una storia vera.
Baby Reindeer: trama e tematiche
La serie è tratta dallo spettacolo teatrale di Richard Gadd, un comico britannico attore che interpreta il protagonista della serie e, dunque, la persona che ha vissuto la storia che viene raccontata (in parte romanzata).
Donny è un comico che tenta di emergere sulla scena competitiva di Londra, ma subisce un fallimento dietro l’altro. La sua principale occupazione è quella di barista in un pub della città. Un giorno fa il suo ingresso nel locale Martha, una donna apparentemente molto triste e sciatta, a cui Donny offre una tazza di tè per triarle su il morale.
Quel gesto spontaneo, spinto probabilmente da un senso di pena nei suoi confronti, è il gesto che darà inizio alla sua “relazione” con Martha. Non una relazione amorosa, bensì morbosa, con quella che si rivelerà essere fin da subito una stalker.
Inizialmente, potrebbe sembrare una serie monotematica, in cui lo stalking è l’unico vero argomento. Ma più si va avanti con Baby Reindeer e più ci si rende conto della profondità della storia e delle tematiche esaminate, con intelligenza, ironia, ma anche con brutale realismo: il lato oscuro dell’industria dello spettacolo (non solo per le donne, ma anche per gli uomini), la salute mentale, la violenza sessuale, le relazioni disfunzionale, il grooming[1].
Baby Reindeer: i personaggi fanno la storia
Abbiamo detto che Richard Gadd è l’ideatore dello spettacolo teatrale da cui è tratta la serie, lo scrittore e la vittima reale degli eventi. Indubbiamente, la sua è stata una prova eccezionale, sia dal punto di vista della recitazione, sia dal punto di vista della scrittura. Ebbene sì, la scrittura magistrale della serie e dei personaggi stessi la rendono un piccolo capolavoro in grado di appassionarti, lasciando zone d’ombra che portano a riflettere, alleggerite da una vena umoristica, forse quello humor tipico degli inglesi.
Ma il vero pezzo forte è Jessica Gunning, alias Martha. Un’interpretazione che rende giustizia al personaggio, pesantemente disturbato ma anche sfaccettato, tanto che in diverse occasioni lo spettatore si trova quasi a compatirla. Se vista in lingua originale, la sua recitazione acquista ancora più valore per il suo pesante accento che mette in evidenza quel modo sgrammaticato di comunicare, lo stesso che notiamo nei messaggi che invia a Donny dal suo iphone e che compaiono su sfondo nero nel corso degli episodi.
Baby Reindeer: oltre la serie, ancora la realtà
Pensavano che potesse avere successo e il successo è arrivato. Ma Baby Reindeer sta causando non pochi problemi a Richard Gadd, in virtù del fatto che si tratti di vicende realmente accadute, con personaggi riconducibili a persone vere. Ed è questo il punto: le persone hanno iniziato a indagare, elaborando congetture, raccattando immagini e parlandone sui social networks. In particolare, su TikTok, sono andati virali tantissimi video in cui le persone tentano di ricostruire la realtà.
Addirittura, alcuni utenti hanno spulciato il profilo X (ex Twitter) di Richard Gadd, andando indietro negli anni e trovando account che potevano essere identificabili come Martha. O ancora, la caccia al regista e sceneggiatore Darrien O’Connel, ha messo nei guai diverse persone, proprio a causa di ciò che veniva mostrato nella serie, ma senza una base di verità a supporto.
Insomma, date alle persone una storia vera, con un pizzico di dramma e di mistero, e perderanno ogni buon senso. L’operazione attuata dallo scrittore della serie non è stata altro che processare un evento traumatico della sua vita in una forma creativa, che potesse essere da monito per chi come lui, si è trovato o si trova in situazioni simili.
Per concludere: da guardare, ma non quando siete un po’ giù di morale.
[1] Con questo termine si intende l’adescamento intenzionale di una persona (principalmente su Internet) attraverso atteggiamenti manipolatori, così da sfruttare la fiducia ottenuta per poterne abusare psicologicamente e/o sessualmente.
Autore articolo
Sara Giovannoni
Redattrice
Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
Intanto keizoku wa chikara nari.
Se volete, andate a cercare il significato!