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Astron Omega 1, il Santo Graal dei motori?

Una startup statunitense ha sviluppato un nuovo motore rotativo che promette prestazioni mai viste finora

Astron omega 1

Il mondo degli appassionati di meccanica è stato scosso dall’annuncio dello sviluppo del nuovo motore Astron Omega 1. La notizia è stata rilasciata da Astron Aerospace, una startup americana, che dal proprio sito e tramite video illustrativi ha spiegato le novità del proprio prodotto. Le promesse, d’altronde, non sono poche! Migliori prestazioni, consumi ridotti così come i costi e le emissioni, il tutto per un motore molto più leggero[1]. Insomma, una vera rivoluzione ma vediamo nel dettaglio di cosa si parla.

Astron Omega 1: un motore a quattro tempi di nuova formulazione

L’Astron Omega 1 rientra a pieno titolo tra i motori a combustione interna a quattro tempi ma, al contrario dei cugini largamente utilizzati per le autovetture, ha detto addio ai pistoni. Parliamo di un motore rotativo pensato per vari mezzi di locomozione (due e quattro ruote, aerei, ecc.) che presenta quattro rotori su cui vengono suddivise le classiche fasi del motore a scoppio.

Fonte: Astron Aerospace

Lo schema costruttivo è totalmente ridisegnato con 2 rotori anteriori (colore verde) a cui è assegnato il compito di aspirazione-compressione e 2 rotori posteriori (colore rosso) con la fase scoppio-espansione e scarico[2]. A metterli in comunicazione vi è una valvola a disco rotante e una precamera all’interno della quale avviene l’iniezione del carburante, la combustione e lo scarico dei gas prodotti.

Quella di avere un disco rotante anziché un pistone non è una novità nel settore dei motori, soprattutto in quello motociclistico, ma nell’Astron Omega 1 è stato migliorato per limitarne ulteriormente gli attriti. A ciò si aggiunge un aumento della pressione dell’aria, compresa in un intervallo che va dai 14 ai 20 bar.

Come funziona Astron Omega 1?

Uno dei due rotori preposti al compito di aspirazione-compressione presenta un incavo all’interno del quale va ad inserirsi, durante la fase di rotazione, un “dente”. L’aria presente nel rotore, costretta all’interno di un ambiente molto piccolo, viene sospinta dal dente che, con l’avanzare della rotazione, la comprime in un volume che diventa sempre più piccolo.

Nel punto in cui i due rotori si sfiorano, l’aria viene convogliata all’interno di una valvola a disco per confluire nei due rotori posteriori dove avviene la fase di scoppio. I gas frutto della combustione fungono da energia di spinta per il dente, che compie quasi un giro completo attorno a se stesso, per poi essere espulsi da un foro di uscita[3].

Vantaggi del motore Astron Omega 1

Astron Omega 1, così descritto, ridisegna quello che finora era il mondo dei motori, recuperando e migliorando una tradizione partita a fine ‘800 e che, nel caso dei motori rotativi, ha visto nel motore Wankel (1932) fino ad oggi il proprio punto di riferimento.

L’assenza dei pistoni ed il miglioramento dei rotori diminuiscono l’attrito e il calore prodotto, aumentando il pompaggio. Il motore, così pensato, non presenta parti mobili, se si escludono le rotazioni, riducendo le perdite e semplificando anche la lubrificazione. Anche la manutenzione ne trae beneficio: si parla di un regime compreso tra i 1.000 e i 25.000 giri al minuto con una revisione ogni 100mila ore di funzionamento[4].

La risposta in accelerazione è quasi immediata e, cosa davvero interessante ed innovativa, una volta raggiunta la velocità di crociera il motore si accende solo al bisogno, ogni 5, 10 o 50 rotazioni – in base alla potenza richiesta che viene gestita elettronicamente – girando al minimo anche in caso di grandi velocità. Un’opportunità che rappresenta un enorme passo avanti in termini di risparmio nei consumi e nelle emissioni.

Ultimo ma non meno importante è il peso: parliamo di 15 kg per un motore di 160 cavalli che può essere modulato anche con assemblaggio in serie di motori.

Dov’è la fregatura?

Al momento non esistono risultati e dati su test effettuati su strada con un prototipo di Astron Omega 1. Tutto ciò che sappiamo lo dobbiamo a simulazioni effettuate al computer dall’azienda statunitense e gli interrogativi circa il comportamento dei materiali a determinate pressioni e calore rimangono. Non resta che aspettare i prossimi passi di Astron Aerospace e vedere questo gioiellino all’opera per scoprire se le evidenze soddisferanno le aspettative.


[1] Consultabile al seguente link: https://astronaerospace.com/

[2] Nicola Angi, “Astron reiventa il motore a scoppio”, Al volante, 2022. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.alvolante.it/news/astron-omega-1-motore-a-scoppio-376686

[3] Nicola Angi, op. cit.

[4] Maurizio Gissi, “Astron Omega 1: 160 cavalli in 15 kg per il motore rivoluzionario”, Moto.it, 2022. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.moto.it/news/astron-omega-1-160-cavalli-in-15-kg-per-il-motore-rivoluzionario.html

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Autore articolo

Martina Shalipour Jafari

Martina Shalipour Jafari

Redattrice

Giornalista pubblicista ed esperta di comunicazione digitale.
Instancabile lettrice e appassionata di cinema.
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