È la fine del 1980, quando un ricercatore della California University si imbatte in un particolare caso clinico. Un giovane paziente soffre di un raro tipo di polmonite dovuta a Pneumocystis carinii, un protozoo che solitamente colpisce solo persone con un sistema immunitario indebolito. Pochi mesi dopo lo stesso ricercatore, Michael Gottlieb, si imbatte in altri pazienti con un basso livello di linfociti T, tutti omosessuali.
Nel 1981 viene lanciato una sorta di allarme dai Centers for Disease Control and Prevention, che segnalando l’aumento di casi di polmonite Pneumocystis carinii in moltissimi giovani omisessuali, a cui presto si aggiunsero casi clinici di tumore ai vasi sanguigni, conosciuto come sarcoma di Kaposi. Quando nel giugno 1982 viene registrato un gruppo di casi fra maschi omosessuali nel sud della California, i ricercatori maturano l’ipotesi che la malattia abbia un’origine virale[1] e che si presenti accorpando diverse patologie cliniche.
Negli anni successivi si scatenò una guerra sociale e sanitaria per cercare di scoprire le origini della sindrome dell’AIDS e, conseguentemente, una cura. Questo è un brevissimo scorcio che non rende assolutamente giustizia alla lotta contro l’AIDS e la discriminazione di quegli anni e degli anni successivi. Ma la ricerca, anche se ha fatto passi da gigante, non si è mai fermata e oggi si parla di una nuova speranza: un vaccino sperimentale contro l’HIV.
La rincorsa al vaccino
Nel 1983, il virologo francese Luc Montagnier riporta l’isolamento di un nuovo virus che, un anno dopo, viene ufficialmente identificato come la causa dell’Aids dai ricercatori dell’Istituto Pasteur[2].
Ma facciamo un po’ di chiarezza. L’HIV è il virus dell’immunodeficienza umana, che generalmente attacca i globuli bianchi e i linfociti T[3], che giocano un ruolo cruciale nel sistema immunitario.
La caratteristica di questo subdolo virus è che non può essere debellato dall’organismo e i sintomi posso essere latenti per molto tempo. Ma se non viene identificato tempestivamente, raggiunge il suo ultimo stadio, trasformandosi in AIDS. I farmaci noti come profilassi possono rallentare in modo significativo la possibilità di contrarre la malattia, ma andrebbero assunti con regolarità ogni giorno. Ecco perché la ricerca non si è mai fermata, “dando la caccia” alla possibilità di un vaccino che abbia un effetto più duraturo, e non soltanto contenitivo.
Una nuova speranza arriva da alcuni anticorpi neutralizzanti
Il 17 maggio, sulla rivista scientifica Cell, sono stati pubblicati i risultati di uno studio condotto da un team di ricercatori della Duke University. Un ristretto numero di persone, nel 2019, ha partecipato a una ricerca clinica per testare un vaccino sperimentale contro l’HIV che innesca un particolare tipo di anticorpi neutralizzanti.
Si tratta di un approfondimento più mirato della ricerca iniziata dallo Scripps research e dell’International Aids vaccine initiative (Iavi) tempo fa, e che ha dimostrato la possibilità concreta di stimolare la creazione di questi anticorpi, anche se si tratta di livelli ancora bassi[4]. La loro funzione è quella di riconoscere e bloccare le diverse versioni del virus HIV.
I ricercatori sottolineano che in soggetti affetti da HIV, la formazione degli anticorpi neutralizzanti è automatica, anche se occorrono alcuni anni di convivenza con il virus. La loro origine è dovuta a linfocidi B insoliti, che hanno accumulato nel tempo mutazioni diverse dovute ai virus che hanno attraversato l’organismo[5]. La loro produzione non è immediata, ecco perché lo studio prevede di accelerare il processo di creazione di questi anticorpi in soggetti sani e negativi all’HIV, attraverso un’imitazione del virus.
La sfida è davvero ardua e piena di ostacoli. Sviluppare un vaccino che riesca a rafforzare questi anticorpi a tal punto da respingere il virus per ora è ancora un’utopia, ma la strada è aperta.
[1] Infezione da HIV e AIDS, Istituto Superiore di Sanità – EpiCentro, articolo consultabile per intero al seguente link: https://www.epicentro.iss.it/aids/storia#:~:text=La%20sindrome%20%C3%A8%20stata%20riportata,Haiti%2C%20Africa%20ed%20Europa
[2] Ibidem.
[3] Salute Lazio, HIV e AIDS, articolo disponibile al seguente link: https://www.salutelazio.it/hiv-e-aids-cosa-sono-
[4] Wired, La nuova grande speranza per un vaccino contro l’HIV, articolo consultabile per intero al seguente link: https://www.wired.it/article/hiv-vaccino-sperimentale-anticorpi-neutralizzanti/#:~:text=Un%20vaccino%20sperimentale%20sviluppato%20alla,maggio%20sulla%20rivista%20scientifica%20Cell
[5] Ibidem.
Autore articolo
Sara Giovannoni
Redattrice
Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
Intanto keizoku wa chikara nari.
Se volete, andate a cercare il significato!