L’intelligenza artificiale continua a essere un tema caldo. Moltissime aziende, non solo le più grandi, progettano e lavorano a nuovi software in grado di implementare l’IA al meglio, dando vita a qualcosa di nuovo e, soprattutto, di utile. Se Elon Musk va per la sua strada, anche Google lo fa e ha deciso di giocare il round di questa partita sugli assistenti digitali.
Google ASTRA: l’umanità dell’intelligenza artificiale
Quando è stato presentato alla conferenza Google I/O del 2024, “Project Astra” ha lasciato tutti senza parole. I progettisti e gli sviluppatori si sono concentrati sulla realizzazione di un’intelligenza artificiale sempre più efficace, veloce e diffusa[1]. Ma a queste caratteristiche imprescindibile per un’IA se ne aggiunge un’altra che farà davvero la differenza: “umanizzata”.
Il video di presentazione di Astra ha dell’incredibile. Viene mostrata una donna che inquadra diversi oggetti e dettagli di oggetti con il suo smartphone, chiedendo ad Astra di spiegare cosa sono e qual è la loro funzione. Ma non solo, nel video Astra ricorda alla ragazza che sta girando il video dove ha lasciato i suoi occhiali.
La risposta dell’assistente digitale è rapida, precisa e calda, come quella di un qualunque essere umano durante una normale conversazione. Alcuni avrebbero potuto gradare “videoshop”, ma Demis Hassabis, CEO e co-founder di Google DeepMind ha chiarito che non c’è alcuna manipolazione e che il video è stato girato interamente in real time, come dimostra anche la sua qualità non proprio ottimane di ripresa.
Google ASTRA: funzionalità e potenzialità
Produttività è la parola d’ordine del nuovo progetto Astra di Google. Il vero plus di questa intelligenza artificiale, che la differenzia in parte dalle altre, è la sua capacità di apprendimento profondo e adattabilità[2] alle diverse “quest” che la rendono molto più efficace nell’elaborazione di dati complessi.
Basata su algoritmi di deep learning, ossia una tipologia di machine learning che utilizza reti neurali multilivello (dette anche “profonde”) per simulare ragionamento del cervello umano[3], Astra è in grado di processare quantità di dati enormi, migliorando in continuazione le proprie potenzialità.
Questo innalza anche il suo livello di adattabilità, che la rende estremamente versatile e capace di adeguarsi alle situazioni in tempo reale, come mostrato anche nel video di presentazione alla conferenza I/O Google. Ciliegina sulla torta è l’interazione naturale, che dona ad Astra quel savoir-faire, rendendola adeguata a ogni circostanza[4]. Non è una persona reale, eppure i suoi tempi di risposta, le pause, il suo linguaggio, trasmettono una certa umanità che fa sentire l’interlocutore a proprio agio. Ed è proprio questo il punto di svolta.
Quanta strada potrà mai fare l’IA, se le persone sono a disagio a interagire con lei, percependola come una cosa estranea, magari che esiste solo per sottrarre dati sensibili. Eliminare quasi del tutto questa percezione, passo dopo passo, è la sfida delle grandi big tech, che porterà l’industria dell’IA a un livello successivo, forse l’ultimo.
Google ASTRA: applicazioni e sguardo al futuro
Tutto molto bello e interessante ma, a parte rintracciare le chiavi di casa quando le perdi, a cosa serve davvero Google Astra? Naturalmente, stiamo scherzando. Abbiamo detto che la sfida si giocherà sugli assistenti digitali ed è vero, per rendere l’IA uno strumento quanto più possibile integrato nella quotidianità delle persone (forse perché i guadagni maggiori verrebbero da lì).
Ma Google Astra ha grandissime potenzialità soprattutto in altri settori, come la diagnostica medica[5]. Attraverso l’apprendimento profondo, infatti, l’analisi delle cartelle cliniche e dei dati del paziente può portare a una diagnosi più rapida e precisa.
Un altro grande ambito di applicazione dell’IA è la sicurezza e, in particolare, la sicurezza informatica. Minacce di sistema e attacchi possono essere previsti in tempo reale, riuscendo così a contenere i danni o addirittura a prevenirli.
La partita, dunque, si gioca sul territorio della quotidianità. Ma sanità, istruzione, sicurezza, inclusività, sono tutti settori inglobati nella vita delle persone ed è per questo che l’IA dovrà puntare tutto su di loro. Perché non esiste applicazione più vincente del migliorare la vita e il futuro delle persone.
[1]Corriere della Sera, Project Astra: cos’è e come funziona la nuova intelligenza artificiale di Google, articolo completo al link: https://www.corriere.it/tecnologia/24_maggio_16/project-astra-cos-e-e-come-funziona-l-assistente-intelligente-e-umanizzato-di-google-e-spunta-un-nuovo-paio-di-smart-glass-3b4385fd-2948-44c4-8a5e-e4d426c41xlk.shtml
[2] Sferica, Google Astra, la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale, articolo completo al link: https://www.sferica.io/google-astra-la-nuova-frontiera-dellintelligenza-artificiale/
[3] IBM, Cos’è il deep learning?, articolo complete al link: https://www.ibm.com/it-it/topics/deep-learning
[4] Sferica, Google Astra, la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale. Vedi link nella nota 2.
[5] Ibidem.
Autore articolo
Sara Giovannoni
Redattrice
Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
Intanto keizoku wa chikara nari.
Se volete, andate a cercare il significato!