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Il Nepal e malattie polmonari

Il tasso di mortalità più alto del mondo

Nepal

Il Nepal è un bellissimo Paese situato tra India e Tibet, attraversato da una delle catene montuose più famose al mondo: l’Himalaya. Ricco di tradizioni, templi, colori e una popolazione amichevole, questo luogo, tuttavia, è conosciuto anche per l’incidenza di malattie polmonari croniche che fanno salire il tasso di mortalità nepalese ai vertici mondiali.
Dati spaventosi che hanno portato numerosi scienziati a domandarsi il perché di un tale fenomeno.

Nepal e malattie polmonari: una crescita catastrofica

Nonostante sia considerato uno dei paesi più poveri dell’Asia Meridionale, nell’ultimo decennio il Nepal ha subito una graduale, ma consistente, urbanizzazione. Con la crisi socio-sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19 questo processo si è arrestato, per poi riprendere a ritmi normali nel periodo successivo.

La maggior parte dei guadagni del Paese deriva dal settore terziario, che negli anni è rimasto sempre piuttosto stabile, seguito immediatamente dall’agricoltura, incentivata dalle pianure fertili della zona meridionale. In questo quadro, però, non va sottovalutato l’apporto che danno le industrie, produttrici principalmente di zucchero, iuta, riso e filamenti tessili, aumentate notevolmente per tentare maggiori guadagni con l’esportazione estera. Allo “stress” atmosferico causato dagli impianti industriali, si aggiunge anche l’aumento di veicoli a motore che sono passati da quasi 224.000 nel 1990 a 1,3 milioni solo nel 2012. Secondo lo studio “Burden of chronic obstructive pulmonary disease and its attributable risk factors in 204 countries and territories, 1990-2019: results from the Global Burden of Disease Study 2019”, questi ritmi di urbanizzazione avrebbero destabilizzato le politiche nepalesi, che non sono state in grado di regolamentare l’inquinamento atmosferico nel Paese, attuando misure di controllo della qualità dell’aria.

Nepal e malattie polmonari: la broncopneumopatia

Come anticipato, il Nepal ha il più alto tasso di mortalità al mondo per malattie polmonari croniche: 182,5 per 100.000 abitanti, con oltre 3.000 anni persi per problemi di salute o disabilità.

Queste patologie hanno un nome, si tratta di broncopneumopatia ostruttiva (BPCO). Il Paese è afflitto da una serie di patologie che rendono difficile la respirazione, quali bronchite cronica ed enfisema. Lo studio sulla prevalenza di queste malattie mette in relazione i dati sugli anni di vita persi a causa di mortalità prematura e i dati degli anni di vita in buona salute, ma persi a causa di disabilità. Queste informazioni vengono raccolte sotto un unico acronimo, definito DALY.

Solo nel 2019 sono stati segnalati a livello mondiale 212,3 milioni di casi BPCO, con 3,3 milioni di decessi e 74,4 milioni di DALY.

Nepal e malattie polmonari: l’origine e la soluzione secondo la scienza

Gli autori di questo corposo studio sostengono che quasi tutti i casi di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) sono di origine ambientale. La Direttrice di Pneumologia al Fortis Hospital di Kolkata, commentando lo studio durante una trasmissione scientifica, ha affermato che:

 «l’incidenza complessiva della BPCO sia solo la punta di un iceberg, poiché la maggior parte dei pazienti cerca assistenza medica solo quando presenta sintomi sostanziali. Per affrontare la BPCO nei Paesi in via di sviluppo come il Nepal, è necessario il test annuale obbligatorio di per tutti i soggetti di età superiore ai 40 anni. Non solo porterà alla luce molti altri casi, ma aiuterà a diagnosticarli e a trattarli presto».

In realtà, a rendere il problema ancora più grave sono le ingenti spese mediche che la popolazione afflitta dalle malattie polmonari deve affrontare per tentare una cura, anche se non definitiva. Come se non bastasse, gli interventi medici per questo genere di patologie risultano molto complessi e il Paese non è dotato di personale e strutture adatte a sostenerli. È per questo motivo, come sottolineano anche gli scienziati, che l’unica speranza per il Nepal (e non solo, per tutti i paesi asiatici considerati ancora poveri che presentano lo stesso problema in quantità statistiche minori) è ridurre il consumo di tabacco e sostituire le pericolose fonti di combustione interne con stufe moderne più sicure e meno inquinanti. A questo poi, come prima istanza, va aggiunta una massiccia prevenzione da parte delle istituzioni politiche, rendendo accessibili alla popolazione controlli periodici a basso costo.

Nepal e malattie polmonari: un monito per il mondo

Il caso del Nepal non è isolato: sono tanti i paesi in cui l’inquinamento atmosferico (e non solo) sta provocando lo sviluppo e la diffusione di patologie croniche gravi. Naturalmente, nei paesi con un sistema sanitario adeguato, i casi tendono a restare latenti ed è difficile misurarli oppure ricondurli a una causa certa. Ma l’inquinamento è una realtà, si presenta in molte forme e non si arresta. È un dovere di tutti prenderne atto e abilitare politiche efficaci per contenere gli effetti gravosi.

Fonti articolo:
Greenreport.it
Interris.it

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Autore articolo

Sara Giovannoni

Sara Giovannoni

Redattrice

Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
 Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
 
Intanto keizoku wa chikara nari. 
Se volete, andate a cercare il significato!

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