Forse in pochi lo sanno, ma l’antibiotico-resistenza è una delle più grandi minacce attuali alla salute globale.
Già nel 2016, la Review on Antimicrobial Resistance aveva dichiarato che, entro il 2050, il numero delle morti annuali per antibiotico-resistenza potrebbe toccare quota 10 milioni di persone nel mondo.
Ma un più recente studio pubblicato sulla rivista The Lancet – unico nel suo genere, perché il solo finora ad essersi concentrato su un’analisi non degli effetti ma dell’impatto globale dell’AMR (dall’inglese antimicrobial resistance) – ha puntato di nuovo i riflettori sul problema, affinché se ne possa prendere consapevolezza, per cercare di invertirne la rotta.
Non siamo ancora a quota 10 milioni di morti, ma i numeri sono già parecchio allarmanti…
L’antibiotico-resistenza su The Lancet
Lo studio pubblicato sulla celebre rivista scientifica inglese, che è stato condotto da un team di ricerca internazionale guidato dall’Università di Washington (Stati Uniti), ha coinvolto 204 Paesi, prendendo in esame un totale di 369 casi. Il verdetto? Nel 2019, l’antibiotico-resistenza è stata causa di morte diretta per oltre 1,2 milioni di persone nel mondo e causa indiretta per altri circa 5 milioni di persone. Un dato impressionante se si considera che il numero delle morti annuali supera quello da malaria (circa 640.000) e addirittura quello da AIDS (circa 860.000).
Il batterio Escherichia coli è stato responsabile, da solo, di circa 200.000 morti, ma in generale le infezioni più diffuse sono state quelle delle basse vie respiratorie (come la polmonite) e quelle del flusso sanguigno (come la sepsi).
I Paesi più colpiti sono stati quelli dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale, con una statistica di 24 decessi da antibiotico-resistenza ogni 100.000, contro i 13 decessi ogni 100.000 dei Paesi più ricchi. Il rischio, inoltre, sarebbe stato e sarebbe tuttora maggiore per i più piccoli, con una statistica di 1 decesso su 5 da antibiotico-resistenza tra i bambini di età inferiore ai 5 anni.
Cosa si deve fare?
Il problema non è certamente da sottovalutare. “Semplici” malattie infettive, normalmente trattabili in pochi giorni con gli antibiotici, di questo passo potrebbero invece diventare incurabili. Investire sulla ricerca medico-scientifica per lo sviluppo di nuovi farmaci antibiotici è qualcosa che va fatto e anche con una certa urgenza.
Ma, ancora più urgentemente, bisogna intervenire per arrestare questo abuso di antibiotici che stiamo mettendo in atto, inconsapevoli o noncuranti, con gravi conseguenze per la salute di tutta la popolazione mondiale. Nessuno è escluso, sebbene ci siano delle differenze di natura socio-economica, degli ovvi giochi di potere in corso, per cui alcuni Paesi non riescono ad accedere alle cure più aggiornate, non potendo sostenere i costi delle terapie e dei farmaci più efficaci che sono in circolazione.
Indubbiamente, il grosso dovrà essere fatto dai leader politici e sanitari mondiali, ma noi tutti dovremo imparare a fare un più corretto utilizzo degli antibiotici per evitare di continuare ad assuefarci a questi medicinali.
L’antibiotico-resistenza è arrivata anche in spiaggia
C’è anche un altro studio, ancora più recente, condotto da un team di ricerca dell’Università di Stirling (Regno Unito), che ci ha messo di fronte alla seria minaccia dell’antibiotico-resistenza e all’urgente necessità di rivedere, per migliorarle, le nostre abitudini comportamentali.
Analizzando sabbia, alghe e rifiuti raccolti lungo alcune coste scozzesi, i ricercatori hanno infatti rinvenuto intere colonie di batteri fecali arrivate sulle spiagge tramite salviettine umidificate, cotton fioc, assorbenti e altri prodotti igienico-sanitari che sono stati gettati nei WC e che hanno viaggiato fino al mare attraverso gli scarichi fognari.
Una vera e propria minaccia non solo per la sopravvivenza della fauna marina, ma anche per la nostra stessa salute. Tra i vari batteri rinvenuti, c’è stato, infatti, anche il sopracitato Escherichia coli, pericoloso perché causa, come anche gli altri patogeni, di disturbi intestinali fastidiosi e difficilmente risolvibili, poiché le infezioni andrebbero debellate con terapie antibiotiche, ma la presenza stessa di questi batteri nell’intestino umano è anche causa – come ormai abbiamo ben capito – nientemeno che di antibiotico-resistenza.
Autore articolo
Federica Fiorletta
Redattrice
Laureata in Lingue, Culture e Traduzione Letteraria. Anglista e francesista, balzo dai grandi classici ottocenteschi alle letterature ultracontemporanee. Il mio posto nel mondo è il mondo, viaggio – con il corpo e/o con la mente – e vivo per scrivere.