Quali saranno le principali tematiche attorno alle quali ruoteranno la ricerca e il progresso scientifico nel corso di questo 2022? Sulla celebre rivista Nature[1] ci è stata proposta una lista di tematiche ed eventi che possa servirci da bussola per non perdere l’orientamento… Scopriamola insieme!
Il nostro terzo anno di convivenza con il Coronavirus
Siamo entrati nel nostro terzo anno di convivenza con il Coronavirus, per cui viene spontaneo chiedersi: quando riusciremo a vedere la luce in fondo al tunnel? In realtà, non sappiamo ancora con assoluta certezza come ci siamo entrati in questo tunnel e, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (l’OMS), prima della fine del 2021, aveva incaricato un team di 26 scienziati di indagare specificamente l’origine della pandemia da COVID-19.
Ma la sfida a cui bisogna far fronte con maggiore urgenza riguarda ovviamente il migliorare la nostra attuale comprensione della variante Omicron, la più contagiosa di tutte, ma anche la meno virulenta… Per i vaccinati! Se non fosse che il 46% dei casi di contagio da Omicron sono stati registrati in Africa (Omicron è stata isolata per la prima volta proprio in Botswana e Sudafrica), dove, però, solamente il 7,5% di oltre 1 miliardo di persone ha ricevuto la prima dose di vaccino.
Ma l’attesa è lunga non soltanto in Africa. Resta ancora senza prima dose ben circa la metà di tutta la popolazione mondiale. Un problema a cui sta tentando di porre soluzione la COVAX Facility, sostenuta dalle Nazioni Unite e dai suoi partner. Trattasi di un programma di collaborazione globale per “accelerare la produzione e l’accesso equo a test diagnostici, terapie e vaccini contro il COVID-19”[2]. Proprio lo scorso dicembre, però, oltre 100 milioni di dosi di vaccino sono state rifiutate dai Paesi, tra i più poveri, a cui erano state distribuite perché prossime alla scadenza.
Una nuova generazione di vaccini
Nel corso di questo 2022 vorremmo vedere realizzarsi il sogno di un accesso equo ai vaccini su scala globale, ma potremmo anche assistere alla messa in circolazione di una nuova generazione di vaccini, come quelli a RNA messaggero specifici per alcune varianti e/o nuovi vaccini basati su altre tecnologie innovative.
Quelli a base di proteine (come l’ultimo da poco autorizzato prodotto da Novavax) sono molto più comuni dei sopracitati, perché utilizzati già da diversi decenni, anche contro l’Epatite e l’Herpes Zoster, ad esempio. Ma ce ne sono anche a base di DNA, a quanto si dice più economici dei loro parenti più prossimi, quelli a base di RNA, e per i quali non ci sarebbe nemmeno bisogno di refrigerazione… Una valida alternativa per quei Paesi a basso-medio reddito, no?
Fortunatamente, però, il Coronavirus non monopolizza tutte le attuali ricerche sui vaccini e presto, forse, potremmo vederne anche contro l’HIV, la malaria e la malattia di Lyme.
Questione di fisica
Dopo uno stop durato qualche anno dovuto a motivi di manutenzione, il Large Hadron Collider, ovvero l’acceleratore di particelle dell’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare (il CERN) dovrebbe tornare a funzionare e a condurre ricerche sperimentali nell’ambito della fisica delle particelle. Ripartiranno, dunque, due dei più grandi esperimenti che lo riguardano, l’ATLAS e il CMS, i cui apparati sperimentali sono stati ampliati per raccogliere ancora più dati dalle collisioni di protoni che verranno prodotte e registrate.
Oltre che per quelli di particelle è stato fatto l’upgrade anche per i 4 rivelatori di onde gravitazionali, che si trovano 1 in Giappone, 1 in Italia e 2 negli Stati Uniti, così da poter condurre nuove e più approfondite analisi.
Dovrebbe altresì entrare in funzione proprio ad inizio di questo nuovo anno la Facility for Rare Isotope Beams – una struttura di accelerazione scientifica per la scienza nucleare – della Michigan State University. L’obiettivo di questo progetto di ricerca è quello di sintetizzare migliaia di nuovi isotopi di elementi già noti, indagare la struttura nucleare e la fisica delle stelle di neutroni, così come quella dietro le esplosioni delle supernove.
To the Moon and back
Per questo 2022, agenzie spaziali nazionali e compagnie private hanno già programmato il lancio – direzione Luna – di quella che si potrebbe definire come una vera e propria armata di satelliti orbitali e lander, ovvero veicoli di atterraggio.
Così, ad esempio, con la missione Artemis 1, il cui lancio è stato rimandato ad una data che non sarà antecedente al 12 marzo 2022, la NASA ha programmato un secondo volo di collaudo senza equipaggio in previsione di un volo con. Mentre grazie al satellite orbitale CAPSTONE, l’ente statunitense per le attività spaziali e aeronautiche sonderà il terreno per il lancio della prima stazione cislunare, Gateway.
India e Giappone si cimenteranno, ciascuna per proprio conto, nel tentativo di riuscire nel primo atterraggio morbido, ovvero senza danni per il veicolo. La Russia, invece, si sta preparando ad un revival del “Programma Luna”, una serie di missioni senza equipaggio inviate dall’Unione Sovietica tra il 1959 e il 1976. Anche la Corea del Sud partirà per la prima volta in esplorazione dell’unico satellite naturale della Terra. Il lander giapponese Hakuto-R, infine, trasporterà sulla Luna Rashid Moon, il rover degli Emirati Arabi.
E la vita su Marte?
Il cosiddetto “pianeta rosso” è stato eletto quale prossima meta dell’umanità nello spazio. Così, mentre la Cina progetta di portare a termine la costruzione della sua stazione spaziale, Tiangong, per la quale sono stati già previsti oltre un migliaio di esperimenti nei più svariati ambiti di ricerca, il 2022 sarà anche l’anno di ExoMars. Trattasi della missione congiunta di Europa e Russia per trasportare su Marte il rover dell’ESA, Rosalind Franklin, il cui compito sarà quello di ricercare altre forme di vita oltre e precedenti la nostra.
Clima e biodiversità
La sfida più grande per questo 2022, ma anche più importante, sarà quella di riuscire a fare qualcosa di concreto per rallentare il riscaldamento globale e, di conseguenza, anche la perdita della biodiversità.
La distruzione degli habitat naturali e altri fattori legati all’attività umana hanno messo a rischio estinzione all’incirca un milione di piante e animali. Gli obiettivi per la salvaguardia della biodiversità che ci eravamo prefissati nel 2010, data dell’ultima Convenzione sulla Diversità Biologica, sono stati disattesi nel 2020, anno che ci eravamo posto come deadline. La prossima dovrebbe avere luogo in Cina a partire dal 25 aprile e fino all’8 maggio 2022, ma lo svolgimento della convention è ancora in forse causa, ovviamente, COVID-19.
Si terrà in Egitto, invece, a Sharm El-Sheikh, il prossimo novembre, una nuova Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, la COP27. Sarà un’altra occasione per rinnovare l’impegno già preso e per assumerne uno ancora maggiore onde evitare di tradire gli accordi che ormai tutti sappiamo esser stati presi a Parigi nel 2015, per la sopravvivenza del nostro pianeta. Secondo voi, quanto potremo esser bravi nel mantenere le promesse già fatte?
[1] Davide Castelvecchi, “The science events to watch for in 2022”, Nature, 17 dicembre 2021. Consultabile al seguente indirizzo https://www.nature.com/articles/d41586-021-03772-0?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=1b7ea2be98-briefing-dy-20211230&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-1b7ea2be98-46136706
[2] Redazione, “Che cos’è COVAX?”, Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, 5 maggio 2021. Consultabile al seguente indirizzo https://unric.org/it/che-cose-covax/.
Autore articolo
Federica Fiorletta
Redattrice
Laureata in Lingue, Culture e Traduzione Letteraria. Anglista e francesista, balzo dai grandi classici ottocenteschi alle letterature ultracontemporanee. Il mio posto nel mondo è il mondo, viaggio – con il corpo e/o con la mente – e vivo per scrivere.